L’Italia insultata dai ‘patrioti’ di Mattarella a Capodanno, Salvini: “Tornino a casa loro”
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L’Insulto all’Italia: La Guerriglia di Capodanno a Milano
La notte di Capodanno a Milano si è trasformata in un’umiliazione nazionale, un affronto intollerabile alla nostra dignità e sovranità. Mentre l’Italia cercava di celebrare l’arrivo del nuovo anno, gruppi di musulmani, provenienti da quelle che ormai sono diventate periferie islamiche de-italianizzate, hanno dato vita a una vera e propria guerriglia urbana. Piazza Duomo, simbolo della nostra storia e cultura, è stata trasformata in un campo di battaglia.
I video diffusi sui social media mostrano scene di caos e violenza: petardi lanciati contro la polizia, insulti espliciti all’Italia e agli italiani, e un’occupazione del centro città che sembra più un atto di rivolta che di festa. Ma non è solo questo: nelle periferie, ormai enclave dove la legge italiana è solo un ricordo, la situazione è ancora più grave. Questi non sono più quartieri italiani; sono territori dove il nostro modo di vivere è stato sostituito, dove il rispetto per il nostro paese è inesistente.
#Milano, piazza Duomo, le violenze delle gang islamiche a #Capodanno. Guerra urbana, con le forze dell'ordine sopraffatte e umiliate. La situazione è fuori controllo, e il grido di "Vaffanc*lo Italia, polizia di m*rda” risuona come un insulto diretto alla nostra nazione. pic.twitter.com/35ljKL84Zj
— CriminImmigr*ti (@CriminImmigratl) January 1, 2025
Il Ministro dell’Interno, intervenendo su questa ingiuria alla nazione, ha mostrato i video su social, condividendoli con un commento che grida vendetta per molti: “Che tornino da dove sono venuti”. Ma questo non è abbastanza. Non possiamo aspettare che decidano di andarsene spontaneamente; dobbiamo agire.
Non è più il momento di fare i buoni samaritani. L’Italia non può permettersi di essere calpestata nella sua stessa casa. Questi atti di violenza e disprezzo non sono solo atti di singoli individui; rappresentano una sfida alla nostra cultura, alla nostra identità, alla nostra esistenza stessa come nazione. È evidente che l’integrazione è un fallimento, che il rispetto per il nostro paese è un concetto estraneo a chi ha partecipato a questi atti di barbarie.
È ora che il Viminale, e con esso tutto il Governo italiano, prenda misure drastiche. Dobbiamo cacciarli dall’Italia. Non si tratta di xenofobia; si tratta di difendere la nostra nazione da chi non vuole integrarsi ma dominare, da chi non rispetta le nostre leggi e la nostra cultura. Questa non è più una questione di accoglienza o di diritti umani; è una questione di sicurezza nazionale, di salvaguardia dell’identità italiana.
Le nostre città non possono diventare zone di guerra, le nostre festività non possono essere trasformate in occasioni per sfidare l’autorità e insultare la nostra bandiera. L’Italia, con la sua storia millenaria, non può permettersi di essere ridotta a un campo di battaglia culturale e religioso. È tempo di rimpatri di massa, di fermare l’immigrazione islamica, di riprendere il controllo delle nostre strade e delle nostre vite.
Che questo Capodanno sia l’ultimo in cui l’Italia viene insultata dai suoi stessi ospiti. Dobbiamo agire, e dobbiamo farlo ora.
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