Rivolte islamiche, Milano come Baghdad: azzerare immigrazione islamica
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Milano Sotto Assedio: La Baghdad d’Italia
Milano, la nostra Milano, è stata trasformata in un campo di battaglia, una città sotto assedio, dove i quartieri islamici sono diventati dei veri e propri bastioni inaccessibili agli italiani. La notte di Capodanno, anziché celebrare l’inizio di un nuovo anno, abbiamo assistito a un’orgia di violenza che ha fatto sembrare la nostra città come Baghdad nei suoi momenti più oscuri. Spari, roghi, rivolte – questa è la nuova normalità a cui siamo stati costretti.
Gli amici della #Boldrini da prendere a esempio…
Cervelli al contrario per farsi amici i teppisti #clandestini, sperando in futuro voto!
Togliere il permesso di soggiorno a chi ce l'ha, espellere gli altri!
Basta !
Tolleranza zero contro di loro e contro chi li protegge! pic.twitter.com/Zsvcm4B6WW— Siddharta60🇮🇹🇮🇹🇮🇹 VIVALITALIADEMOCRATICA (@Siddh60) January 2, 2025
Nelle zone di San Siro e oltre, i cosiddetti “quartieri islamici” si sono ribellati, non solo contro l’ordine pubblico ma contro l’identità stessa di Milano. Abbiamo visto auto bruciare, barricate alzarsi, e gli echi degli spari riempire l’aria, mentre i residenti italiani sono stati costretti a vivere nel terrore. Questi territori, una volta parte integrante della nostra città, sono ora delle no-go zone, dove la legge non è più quella italiana, ma una sharia ufficiosa.
Le forze dell’ordine, quando riescono a entrarvi, vengono accolte con violenza, con pietre, bottiglie molotov, e un odio che non ha nulla di umano. È come se fossimo in guerra, ma contro chi? Contro chi abbiamo invitato a vivere tra noi, promettendo accoglienza e integrazione, solo per scoprire che molti di loro non hanno alcun interesse a diventare parte della nostra comunità. Anzi, si organizzano in bande, prendono il controllo delle strade, e dichiarano “questo è nostro, qui comandiamo noi”.
Milano, che un tempo era il simbolo della modernità e del progresso italiano, è ora un esempio lampante del fallimento della politica di accoglienza indiscriminata. Le cronache dei media parlano di un’aggressione sessuale alla fine dell’anno, ma è solo la punta dell’iceberg. Ogni giorno, la violenza, il degrado, e l’intolleranza crescono, alimentati da una cultura che rifiuta di assimilarsi, che si sente superiore e che ha portato con sé il peggio del suo mondo.
Non possiamo più ignorare questa realtà. Milano non è più italiana nelle sue parti più oscure, quelle dove gli immigrati islamici hanno creato una società parallela, inospitale e pericolosa per chiunque non aderisca alla loro visione del mondo. Abbiamo permesso che le nostre strade, le nostre case, e la nostra sicurezza venissero compromesse da chi non ha intenzione di rispettare le nostre leggi e la nostra cultura.
È tempo di svegliarsi. Dobbiamo riconoscere che la nostra politica di accoglienza ha fallito miseramente. Milano non può e non deve diventare una nuova Baghdad. La risposta è semplice e drammatica: rimpatrio di massa e chiusura delle frontiere all’immigrazione islamica. Non possiamo permettere che la nostra città, la nostra Italia, sia ridotta a un campo di battaglia culturale e religioso. La nostra identità, la nostra sicurezza, il nostro futuro sono in gioco. Basta con l’ingenuità, basta con la cecità ideologica. Difendiamo Milano, difendiamo l’Italia.
Beslan, 2004: terroristi islamici ceceni assaltano una scuola e prendono in ostaggio mille tra bambini, genitori e insegnanti.
Putin gli fa il culo e ancor oggi i ceceni amano i russi per la legnata presa in testa.
Provare a trattare meno delicatamente, accettando il rischio che la controparte si offenda?
L’attentatore negli Stati uniti è un regolare, per giunta cittadino statunitense e lavorava.
Salvini l’altro giorno ha detto di voler contrastare l’immigrazione clandestina, ma non quella regolare.
In pratica siamo rovinati…