Villa Verrucchio, l’egiziano Muhammad viveva in un condominio di classe a spese vostre
Related Articles
Il Crimine dell’Accoglienza: La Tragedia Sfiorata di Villa Verucchio. Come questo Maometto ce ne sono altri 170mila ospiti nei centri accoglienza: cosa aspetta il governo a sgomberarli? Per quanto dovremo pagare lo stipendio da profugo agli egiziani, ai marocchini, ai pakistani, ai bangla et similia?
Il 23enne egiziano Muhammad Abdallah Hamid Sitta, autore di un brutale attacco nella notte di Capodanno a Villa Verucchio, è il simbolo vivente del fallimento dell’immigrazione incontrollata e del business dell’accoglienza in Italia. Questo “cittadino regolare” sul territorio italiano, ospitato a spese dei contribuenti in un condominio gestito dalla cooperativa Il Millepiedi di Rimini, ha trasformato una festa in un incubo, accoltellando quattro persone.
Arrivato in Italia nel 2022 come clandestino, Sitta ha beneficiato del sistema di accoglienza che, anziché proteggere la società italiana, ha coltivato un pericoloso squilibrio. Prima ammesso in un programma CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria), poi in un SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione), questo giovane ha potuto vivere in un appartamento fornito dalla cooperativa a spese dei contribuenti, lavorando saltuariamente e condividendo lo spazio con altri stranieri.
Le cooperative, le vere beneficiarie di questo business, si trincerano dietro un silenzio complice, dichiarando solamente che “ci sono indagini in corso”. Ma quanto si è davvero indagato sui comportamenti di Sitta, descritto dalle vicine come un individuo con evidenti problemi di salute mentale? I suoi atti di disturbo erano noti: suonava i campanelli per poi nascondersi, un comportamento che aveva già spinto i residenti a segnalare il problema, ma la cooperativa ha fatto orecchie da mercante.
La notte di Capodanno, Sitta ha dimostrato la sua pericolosità, brandendo un coltello e rincorrendo i suoi stessi vicini di casa, mentre gridava frasi in arabo e aveva con sé il Corano. Questo non è stato un caso isolato ma il risultato di una politica migratoria che ha preferito l’interesse economico delle cooperative all’ordine pubblico e alla sicurezza dei cittadini.
Gli italiani, costretti a fuggire dalla loro stessa festa, hanno vissuto un’esperienza traumatica, inseguiti da chi avrebbe dovuto essere grato per l’ospitalità ricevuta. Solo l’intervento di un carabiniere, costretto a sparare per difendersi e difendere la comunità, ha fermato questa follia.
La domanda che resta è: fino a quando permetteremo che le nostre città diventino il campo di prova di criminali importati, coccolati e mantenuti dal business dell’accoglienza? Chi paga il prezzo della nostra ingenuità e della nostra insicurezza? È chiaro che l’accoglienza diffusa, sparpagliando questi individui nei condomini, non è integrazione; è solo un rischio calcolato per il profitto di pochi a scapito della sicurezza di molti.
perché non chiedete all’onorevola Stefania Malpozzi sostenitrice dell’accoglienza difuuusaaa se non sono questi i risultati della “panspermia” che ha spruzzato sul territorio nazionale tanti di questi bei soggetti-1?