Africani respinti da discoteca Forlì perché molestavano, sinistra: “E’ discriminazione”
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La notte di Capodanno a Forlì ha visto un episodio che ha sollevato le solite polemiche e domande sulla possibile ‘discriminazione razziale’ in una discoteca locale. Secondo quanto riferito dai soliti noti di Europa Verde, alcuni giovani africani, che avevano già acquistato i biglietti in prevendita, si sono visti negare l’ingresso senza un motivo chiaro, portando alla speculazione che la decisione potesse essere basata sul “colore della loro pelle”.
Europa Verde ha espresso preoccupazione per l’accaduto, suggerendo che non possa essere una mera coincidenza che tutti i giovani esclusi fossero di colore. Forse perché tutti i giovani molestatori erano di colore? Tuttavia, questa narrazione è stata messa in discussione dai gestori della discoteca, che hanno negato veementemente accuse di razzismo. Essi sostengono che la decisione di non far entrare questi individui non fosse basata sull’etnia ma su comportamenti passati problematici, includendo l’uso di spray al peperoncino all’interno del locale.
Da un lato, la Costituzione Italiana e le leggi europee promuovono l’uguaglianza e vietano la discriminazione basata su razza, colore, etnia o altre caratteristiche personali. D’altro canto, i proprietari di locali privati come discoteche possono sostenere il diritto di selezionare la clientela per motivi di sicurezza, comportamento passato o per mantenere un certo ambiente all’interno del loro locale.
La questione si complica ulteriormente considerando eventi passati di violenza o comportamenti scorretti che potrebbero giustificare la cautela dei gestori nel permettere l’accesso a individui con precedenti di cattiva condotta. Inoltre, la sicurezza pubblica e l’ordine all’interno di locali notturni è una preoccupazione legittima, specialmente in contesti festivi come Capodanno, dove l’afflusso di questi individui molesti è particolarmente alto.
Le persone non vanno in un locale privato per trovarsi in “piazza Duomo”.
Questo caso solleva un dibattito complesso tra il diritto alla non discriminazione e la libertà imprenditoriale di selezionare la clientela, specialmente in un contesto dove la sicurezza pubblica può essere a rischio, anche su base razziale.
Escludendo Marco Rizzo e qualche volta pure Bertinotti, mi sapete indicare un sinistro che non si copra di ridicolo quando tenta di ragionare?