Capodanno islamico in tutto il Nord: le nostre città umiliate dai ‘patrioti’ di Mattarella
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Le loro vere armi sono i loro bambini. I ventri delle loro donne. Ecco la dimostrazione.
Milano, piazza Duomo, le violenze delle gang islamiche a Capodanno. Guerra urbana, con le forze dell’ordine sopraffatte e umiliate. La situazione è fuori controllo, e il grido di “Vaffanclo Italia, polizia di mrda” risuona come un insulto diretto alla nostra nazione. La notte di Capodanno 2024 a Milano ha visto Piazza Duomo trasformarsi in una zona di guerra, occupata da un’orda di giovani islamici di seconda generazione, principalmente nordafricani. Questa invasione ha trasformato uno dei luoghi più iconici dell’Italia e del mondo in un campo di battaglia, dove la violenza e la barbarie hanno oscurato ogni traccia di celebrazione.
Abbiategrasso, gang nordafricani spara fuochi d’artificio contro i pompieri. Un agguato dopo avere incendiato cassonetti. Lo stesso avviene in Francia da decenni. Siamo in guerra. In guerra il nemico si abbatte come a Rimini.
Abbiategrasso, una città che rappresenta l’Italia più autentica, è diventata il teatro di un atto di barbarie che ci mostra la vera faccia dell’immigrazione islamica, soprattutto quella di seconda generazione. Un gruppo di nordafricani, figli di immigrati arrivati con i ricongiungimenti familiari, ha lanciato fuochi d’artificio contro i vigili del fuoco, intenti a svolgere il loro dovere. Questo non è un atto isolato di gioventù sconsiderata; è una dimostrazione di come l’immigrazione, anche quella regolare, stia portando alla luce i semi dell’anarchia e del disprezzo per le nostre istituzioni.
Questi giovani, cresciuti con le opportunità che l’Italia offre, non hanno assimilato i nostri valori, ma hanno piuttosto importato la cultura del caos e della violenza che per decenni ha afflitto la Francia ‘grazie’ ai loro correligionari. Con il ricongiungimento familiare, non si è solo riunito un nucleo familiare, ma si è anche esportata una mentalità che rifiuta l’integrazione e sfida apertamente l’ordine pubblico e la sicurezza.
Piccole Gaza in Italia. Ora dobbiamo mandare i nostri poliziotti a scuola a Tel Aviv oppure rimandare a casa i musulmani. A noi la scelta.
Capodanno a San Siro, un quartiere che ormai è più una colonia islamica che un pezzo d’Italia, è stato trasformato in un inferno. Non c’è più spazio per le illusioni: quello che abbiamo visto non è solo un crimine, è una dichiarazione di guerra contro di noi, contro il nostro modo di vivere, contro il nostro futuro.
Capodanno a Nichelino. A Nichelino, la notte di Capodanno è stata segnata da episodi di violenza afroislamica e vandalismo. Gruppi di giovani immigrati, per lo più nordafricani, hanno dato fuoco ai cassonetti, distrutto monopattini elettrici, e lanciato petardi e bombe carta in piazza Di Vittorio. Anche alcune auto sono state danneggiate. Gli agenti di polizia e i vigili del fuoco sono intervenuti per cercare di controllare la situazione, ma i danni sono stati ingenti.
Milano, bambini islamici attaccano poliziotti con le pietre. La rivolta islamica contro l’Italia si estende a Torino, violenze a Nichelino dove i ‘giovani’ hanno bruciato veicoli e cassonetti. pic.twitter.com/3CftIvcOlt
— CriminImmigr*ti (@CriminImmigratl) January 3, 2025
I migranti di seconda generazione, cresciuti con il nostro pane e la nostra acqua, hanno mostrato il loro vero volto. Non sono italiani, non lo saranno mai. Un bambino, un fottuto bambino, che lancia oggetti contro le forze dell’ordine. Questo non è solo un atto di disobbedienza; è un segno di una società fallita, di un’integrazione che non c’è mai stata, di una cultura che rifiuta ogni nostra forma di civiltà.
L’immigrazione islamica regolare? Una farsa, un cavallo di Troia per distruggere l’Occidente dall’interno. Le nostre città sono diventate campi di battaglia, i nostri quartieri, ghetti dove la legge italiana non vale un cazzo. E tutto questo perché? Per un’ideologia che ci disprezza, che ci vuole sottomettere?
Parliamo chiaro: i ricongiungimenti familiari sono un crimine contro il nostro futuro. Ogni nuovo arrivato è un altro soldato in questa guerra culturale. Non si tratta di umanitarismo, ma di un genocidio culturale pianificato. Stiamo perdendo le nostre città, la nostra identità, la nostra sicurezza.
#Milano, piazza Duomo, le violenze delle gang islamiche a #Capodanno. Guerra urbana, con le forze dell'ordine sopraffatte e umiliate. La situazione è fuori controllo, e il grido di "Vaffanc*lo Italia, polizia di m*rda” risuona come un insulto diretto alla nostra nazione. pic.twitter.com/35ljKL84Zj
— CriminImmigr*ti (@CriminImmigratl) January 1, 2025
Chi ancora osa sostenere che l’immigrazione regolare sia positiva vive in un mondo di fantasia, ignorando l’evidenza. Questi atti di violenza, perpetrati da quelli che dovrebbero essere i nuovi membri della nostra società, sono la prova che le seconde generazioni non sono il segno di una società che si arricchisce culturalmente, ma un avvertimento di una società che si disintegra.
L’idea che l’immigrazione possa essere gestita con successo è un’illusione pericolosa. Abbiamo visto troppo spesso come, nonostante le migliori intenzioni e le politiche di integrazione, gli immigrati e i loro discendenti spesso rifiutano di adattarsi, mantenendo e anzi esacerbando le tensioni culturali e religiose. La sicurezza pubblica viene minacciata, la coesione sociale si frantuma, e il tessuto della nostra nazione si strappa sotto il peso di una politica migratoria fallimentare.
Dobbiamo affrontare la verità: l’immigrazione islamica, sia essa di prima o di seconda generazione, sta creando un’emergenza sociale e di sicurezza che non possiamo più ignorare. Le nostre città non possono diventare zone di guerra, i nostri servizi pubblici non possono essere attaccati da chi dovrebbe essere grato per l’ospitalità ricevuta. L’Italia, come l’intera Europa, deve risvegliarsi da questo letargo di buonismo e affrontare la realtà con politiche migratorie severe e con un controllo rigoroso che metta la sicurezza e l’identità nazionale al primo posto.
È tempo di dire basta a chi pensa che l’immigrazione regolare sia una risorsa. È una minaccia, e episodi come quelli di questo Capodanno sono il sintomo di una malattia che sta corrodendo la nostra società dall’interno.
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