Jihad a Milano: si sono presi la piazza e le ragazze
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Due simboli da colpire, due modi per rivendicare la propria identità: il primo è Piazza del Duomo, il cuore della città, che quei maledetti immigrati islamici di seconda generazione invadono come se fosse loro; il secondo bersaglio sono le nostre donne, quelle che hanno la colpa di essere libere, di camminare a capo scoperto, e che per questo vengono cacciate come prede da quei bastardi. Nel loro linguaggio marcio, i due bersagli sono solo l’inizio della loro vendetta contro di noi. E tutto questo è un copione che abbiamo già visto troppe volte.
Tre anni fa, Capodanno davanti alla Cattedrale, un «attacco prestabilito» secondo il ministro degli Interni Luciana Lamorgese, con bande di quei delinquenti che si prendono la piazza e si scatenano in una caccia alle donne. Le circondano, le spogliano, le violentano. Una notte di orrore, sotto gli occhi impotenti della polizia. «Pensavo fosse una rissa – dirà una testimone – poi ho visto la ragazza per terra, completamente nuda, abusata da quei selvaggi».
Respinti dalla nostra città, respinti dalle nostre donne, nella notte di Capodanno trovano il loro momento di gloria. E l’esempio? Viene da Colonia, 2016, quando quelle bestie hanno dato il via alla «caccia alla ragazza» a San Silvestro, cinquecento donne aggredite e violentate, e quando la polizia cerca di intervenire, volano le molotov. Era tutto pianificato, un attacco organizzato. I numeri sono tali che quella notte diventa un caso politico internazionale, ma le parole dell’Europa non cambiano un cazzo, le periferie restano lì con la loro rabbia irrisolta, pronti a vendicarsi appena possono.
#Milano, piazza Duomo, le violenze delle gang islamiche a #Capodanno. Guerra urbana, con le forze dell'ordine sopraffatte e umiliate. La situazione è fuori controllo, e il grido di "Vaffanc*lo Italia, polizia di m*rda” risuona come un insulto diretto alla nostra nazione. pic.twitter.com/35ljKL84Zj
— CriminImmigr*ti (@CriminImmigratl) January 1, 2025
Vale in tutta Europa, vale nella nostra città. Piazza del Duomo è un palcoscenico perfetto per il loro teatrino di merda, i portici, il sagrato, tutto terreno di conquista. Come nel 2009, quando quei trecento dopo un corteo pro-Palestina hanno trasformato la piazza in una moschea, un gesto di sfida chiaro. E ora, i video di quei bastardi arrampicati sulle statue, insultando italiani e poliziotti, circolano ovunque, e ci sono chi si scandalizza e chi pensa che siano solo ragazzate. Ma le testimonianze delle studentesse belghe raccontano un’altra storia, ben più oscura.
Il copione si ripete. Sono gli stessi che hanno scatenato il caos alla morte di Ramy Elgaml, ma qui non c’è un evento concreto, solo l’orgoglio fottuto di chi si sente respinto e vuole dimostrare che almeno stanotte, a comandare sono loro.
Ricordate sempre che il baluba concepisce solo due forme di combattimento: il massacro, quando attacca con dieci compagni la vittima, e la fuga, quando la vittima reagisce invece di lasciarsi sterminare.
Bisogna colpire per primi e fargli il culo prima che loro lo facciano a te, bisogna abbattere il capo che di solito è quello che ti viene addosso per primo e che si sente invincibile.
E bisogna avere sempre almeno un’arma a disposizione, possibilmente impropria per evitare grane legali, dopo.
Bastano tre monete per avere in mano un tirapugni efficace mentre una rivista patinata ben arrotolata fa da bastone per opporsi ad un coltello e la cintura con la fibbia pesante ormai la conoscono tutti ma ci sono sempre le matite / penne di John Wick che funzionano bene anche quando si mira alla gola.
A militare vi avranno ben spiegato come realizzare un manganello di emergenza partendo da un calzino riempito di sabbia, no?
Quello è solo l’inizio, il resto è frutto di una mente pericolosa quando s’incazza…