Tricolore compie 228 anni: profanato dai ‘patrioti’ di Mattarella in Piazza Duomo
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La Bandiera Italiana: Tra Storia, Identità e Degrado Contemporaneo
La bandiera italiana nasce il 7 gennaio 1797 a Reggio Emilia, quando il Parlamento della Repubblica Cispadana, su proposta del deputato Giuseppe Compagnoni, decreta “che si renda universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di Tre Colori Verde, Bianco, e Rosso, e che questi tre Colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti”. I colori nazionali italiani avevano già fatto la loro comparsa per la prima volta a Genova il 21 agosto 1789 su una coccarda tricolore, mentre il primo stendardo militare verde, bianco e rosso, a tre bande verticali, era stato adottato dalla Legione Lombarda a Milano l’11 ottobre 1796.
La bandiera italiana ha attraversato più di due secoli di storia, testimone di tutti gli eventi più significativi della nostra nazione. Alla bandiera è dedicata la Festa del Tricolore, istituita con la legge del 31 dicembre 1996, n. 671, celebrata ogni anno il 7 gennaio.
Ma l’Italia è molto più della sua bandiera, con radici che affondano nel tempo ben oltre duemila anni prima la sua unificazione ufficiale.
E qui arriviamo al punto dolente: l’umiliazione della nostra identità nazionale da parte di chi oggi osa definire “patrioti” gli stupratori di Piazza Duomo, equiparando il nostro tricolore a simboli di violenza. Questo è un affronto non solo alla nostra bandiera, ma a tutto ciò che rappresenta l’Italia. E’ un insulto vedere seconde generazioni di immigrati, magari ‘italiani’ solo sulla carta, che a Capodanno sventolano le bandiere dei loro veri paesi, quelle islamiche, come se l’Italia fosse un concetto intercambiabile, privo di storia e identità.
Mattarella, e prima di lui Napolitano, hanno promosso una visione dell’italianità che sembra prendere in prestito dal modello americano, dove la nazione è vista come una costruzione burocratica piuttosto che un’eredità culturale. Parlano di “nascita” dell’Italia nel 1860 come se fosse un qualsiasi stato nordamericano, ma l’Italia, come nazione, preesiste e prescinde dallo Stato. Lo Stato è solo una burocrazia, una deformazione della nostra vera essenza.
La storia dell’Italia come entità culturale è millenaria: Augusto parlava dell’Italia, come Dante, Leopardi e tanti altri attraverso i secoli. La nostra identità non risiede in una bandiera o in una costituzione; siamo un popolo antico, non una nazione posticcia senza storia. Le bandiere sono simboli, espressioni di una Nazione, non la Nazione stessa. E la nostra bandiera, il tricolore, è nel sangue di chi è veramente italiano.
Oggi vediamo la bellezza e la sacralità di questo simbolo profanate, usate per giustificare violenze e per celebrare culture diverse, quasi come se dovessimo dimenticare chi siamo veramente. Dobbiamo ricordare che l’Italia è una civiltà, una cultura, un’identità che non può essere svenduta o ridotta a slogan politici.
Il Tricolore Italiano Umiliato: 228 Anni di Storia Profanati
Oggi, il 7 gennaio 2025, celebriamo i 228 anni del nostro glorioso Tricolore italiano, un simbolo di unità, storia e sacrificio. Tuttavia, in questo giorno di festa, siamo costretti a guardare con furia e disgusto a chi osa umiliarlo.
Da un lato, abbiamo chi definisce “patrioti” gli stupratori di Piazza Duomo, individui che hanno infangato il nome di Milano e dell’Italia con atti di violenza e disprezzo. Non c’è nulla di patriottico nell’aggressione, nell’umiliazione delle nostre donne e nella sfida alla nostra autorità.
Dall’altro, vediamo le seconde generazioni di immigrati, che magari possiedono la cittadinanza italiana solo su documenti, sventolare con orgoglio le bandiere islamiche dei loro veri paesi durante i festeggiamenti di Capodanno. Questi giovani, cresciuti qui ma che rifiutano di abbracciare la nostra cultura e i nostri valori, mostrano apertamente la loro vera fedeltà.
Non possiamo permettere che il nostro simbolo nazionale sia associato a tali atti di barbarie. Il Tricolore non è un pezzo di stoffa da sventolare in eventi di disordine e divisione; rappresenta la nostra identità, il nostro cammino comune, il nostro orgoglio.
Questi atti sono un insulto a tutti coloro che hanno combattuto, vissuto e amato sotto questo vessillo, a chi ha versato sangue per mantenere alta la nostra bandiera. Oggi, più che mai, dobbiamo difendere la nostra bandiera, la nostra storia, la nostra Italia.
E il 6 gennaio invece avevano ammazzato il fratello sbagliato…