“Volevo aiutare i migranti”. Prof italiana arrestata in Bulgaria mentre cercava giovani africani nei boschi
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Ecco un’altra dipendente statale, un’altra nullafacente che, durante le lunghe vacanze pagate, come la famigerata Salis, ha deciso di portare i clandestini in Europa. Lucia Randone, insegnante a Casale Monferrato, insieme a Simone Zito e Virginia Speranza, ha scelto di andare in Bulgaria, sulla rotta balcanica dei clandestini, per aiutare questi invasori a entrare nel nostro continente. Magari in Italia.
Il gruppo, parte del famigerato collettivo “Rotte balcaniche”, ha vantato di essere lì per denunciare la violenza della polizia bulgara. Ma per chi? Per quei clandestini che, una volta giunti in Italia, magari finiscono per stuprare povere ragazze in Piazza Duomo o per commettere altri crimini nelle nostre città?
Randone ha avuto la faccia tosta di spiegare al Corriere della Sera che il loro scopo era di evitare respingimenti illegali, come se il nostro paese non avesse già abbastanza problemi con l’immigrazione clandestina. “Quando arriviamo nei boschi avvertiamo subito il numero di emergenza,” ha detto, con il tono di chi si sente un eroe, mentre in realtà facilita il flusso illegale di persone verso l’Europa. Di stupratori, magari.
Ma la giustizia bulgara, a differenza della nostra, ha agito. Il 24 dicembre, questi tre “eroi” sono stati arrestati e portati in carcere. E giustamente! Perché non è legale né morale aiutare chi infrange le leggi di un paese. Randone ha ammesso che non è loro intenzione fare qualcosa di illegale, ma poi si lamenta delle azioni della polizia bulgara, che secondo lei è troppo dura. Forse, se non andassero a caccia di clandestini, non avrebbero problemi con le autorità!
La professoressa parla di obiettivi politici e di lotta, ma cosa stanno lottando? Per importare più problemi in Italia? Per far sì che i nostri giovani vedano le loro opportunità diminuite da chi entra nel nostro paese illegalmente?
La vicenda si è fatta ancora più tragica quando, il 26 dicembre, hanno ricevuto la notizia di tre ragazzi egiziani morti, perché la polizia li aveva fermati prima che potessero “aiutarli”. E questo dovrebbe commuoverci? No, dovrebbe farci riflettere su quanto sia insensato e pericoloso il loro operato.
Randone è tornata in Italia il 5 gennaio, dopo aver passato il Natale in una cella bulgara, ma senza aver imparato la lezione. La sua ossessione per i migranti è sintomo di un problema più grande: l’ignoranza e l’ingenuità di chi non vede le conseguenze delle proprie azioni, costringendo il nostro paese a pagare il prezzo della loro “solidarietà”.
È ora che queste persone capiscano che non sono eroi, ma complici di un sistema che mette a rischio la nostra sicurezza e la nostra identità nazionale.
Licenziarla. Si trovi un lavoro vero invece di indottrinare studenti italiani.
Secondo me è la solita troia comunista in cerca di caTZi negri
Se vive a Casal Munfrà sarà la solita scoppiata che non ne ha azzeccata una in vita sua, conosco le tipe del Basso Piemonte, c’è qualcosa nell’aria che le fa rattrappire su sè stesse…
Ignoro cosa insegni e in che scuola ma sono sicuro che i suoi allievi vengono indottrinati a dovere e parteciperanno allo sforzo collettivo per sconfiggere noi fascisti… col culo e col pensiero, come dicevamo noi una volta.