Bambine autistiche stuprate dai migranti musulmani
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L’Allarme di un Padre: La Cronaca di un Dramma che Potrebbe Ripetersi in Italia
La testimonianza di questo padre, il cui cuore e la cui anima sono stati straziati dalla violenza subita dalla figlia, è un grido di allarme che non possiamo permetterci di ignorare. La sua storia, che si svolge in un’Inghilterra dilaniata da gang di adescatori pakistani, è un monito sinistro per l’Italia, un preavviso di ciò che potrebbe accadere se non agiamo con determinazione contro l’immigrazione islamica.
Le sue parole rivelano un orrore quotidiano: giovani vite rovinate, famiglie distrutte, e istituzioni che voltano le spalle per paura di affrontare la verità. La sua denuncia non è solo contro i malviventi, ma anche contro un sistema che sembra proteggere i colpevoli piuttosto che le vittime. La polizia, i servizi sociali, i politici – tutti hanno fallito nel proteggere le giovani donne dalla distruzione.
Se non agiamo, l’Italia rischia di diventare il nuovo terreno fertile per questi orrori. L’immigrazione regolare da paesi come Pakistan e Bangladesh, se non azzerata, porterà, come già sta accadendo, non solo culture diverse e inconciliabili con la nostra, ma anche pratiche sociali che sono incompatibili con i nostri valori di rispetto e protezione delle donne.
Il padre di una bambina autistica, una delle migliaia di vittme degli stupri di gruppo pakistani in GB, rivela che le gang islamiche esistono ancora e si sono diffuse ovunque. pic.twitter.com/HNwZyPGLqJ
— CriminImmigr*ti (@CriminImmigratl) January 8, 2025
La storia di questo padre ci racconta di una figlia adescata, abusata, e poi abbandonata da un sistema che dovrebbe difenderla. La sua discesa nella depressione, l’autolesionismo, l’abuso di sostanze – tutto questo è il risultato di un fallimento collettivo. E ora, con la comparsa di un bambino da una relazione che puzza di sfruttamento, il ciclo di dolore sembra destinato a ripetersi.
È un affronto alla giustizia, alla dignità umana, e alla sicurezza delle nostre comunità. Se non fermiamo questa marea di violenza, se non mettiamo fine all’immigrazione indiscriminata da paesi con tali problemi, l’Italia potrebbe presto vedere le proprie città trasformarsi in territori di caccia per queste gang. Non possiamo permettere che la nostra patria diventi un campo di battaglia per la dignità e l’innocenza delle nostre figlie.
Dobbiamo svegliarci! Dobbiamo agire come una nazione che protegge i propri figli, non come una società che ignora i pericoli crescenti. La nostra cultura, la nostra sicurezza, e il nostro senso di comunità dipendono da questo. Facciamo sì che l’Italia non diventi mai il teatro di queste tragedie, e che le voci come quella di questo padre non debbano mai più risuonare in un contesto di impotenza e disperazione.
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