Related Articles

• Palestinesi guidati dal finanziatore di Hamas proclamano l’intifada in Italia 2 12.Ott
• Sparò a immigrato che gli distruggeva casa con la ruspa ma per il giudice non è legittima difesa 0 08.Ott
• Barista stuprata dal cliente africano: “Sesso o ti sgozzo” 0 25.Ott

La Scuola deve insegnare, ad educare pensano le famiglie, non Gino Cecchettin.

Indottrinare i Nostri Ragazzi? L’Assurda Iniziativa di Valditara e Cecchettin

È con un misto di stupore e indignazione che oggi siamo qui a commentare l’iniziativa bizzarra e preoccupante del Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che ha firmato un protocollo con Gino Cecchettin, padre della sfortunata Giulia Cecchettin, vittima di omicidio. Questa mossa, definita ufficialmente come “azioni concrete volte a prevenire e contrastare la violenza contro le donne, a partire dalle scuole”, non può che essere vista come un tentativo di indottrinamento dei giovani italiani.

Ma cosa significa realmente “indottrinare”? Significa imporre un pensiero unico, una visione del mondo che non lascia spazio alla discussione, al dibattito, alla crescita autonoma dei nostri ragazzi. La scuola dovrebbe essere il luogo dove si formano le menti, dove si impara a ragionare con la propria testa, non dove si subisce un lavaggio del cervello su temi delicati e complessi come la violenza che loro definiscono di genere.

Il ministro Valditara, con questo protocollo, sembra voler trasformare le aule in sale di propaganda, dove si insegna non tanto il rispetto reciproco, che sarebbe un valore indiscutibile e necessario, quanto piuttosto una specifica ideologia. Ma siamo sicuri che l’educazione al rispetto possa essere inculcata con protocolli e programmi preconfezionati? Non è forse un compito che spetta a tutta la società, alle famiglie, e a un’educazione che sia autentica e non pilotata da interessi politici o di altro genere?

Inoltre, questa iniziativa solleva dubbi sulla sua efficacia e sulle sue reali intenzioni. La violenza contro le donne è un dramma sociale che richiede interventi mirati, educazione continua, ma soprattutto un cambiamento culturale profondo che non può essere accelerato o forzato attraverso protocolli didattici che rischiano di essere superficiali o, peggio, strumentalizzati.

È sconvolgente vedere come un tema così delicato e doloroso possa essere utilizzato per promuovere un’agenda politica che sembra più interessata a fare notizia che a risolvere problemi reali. I nostri ragazzi meritano una vera educazione, non un indottrinamento. Meritano di imparare a rispettare gli altri attraverso l’esempio, la discussione, la comprensione reciproca, non attraverso lezioni preconfezionate che possono trasformarsi in sermoni ideologici.

Chiediamo quindi al ministro Valditara e al governo di riflettere seriamente su questa iniziativa. La lotta contro la violenza di genere è essenziale, ma deve essere condotta con intelligenza, rispettando la complessità dell’argomento e senza trasformare le scuole in centri di propaganda. La vera educazione al rispetto non può e non deve essere una semplice voce nel programma scolastico, ma un impegno quotidiano della società tutta.

Ci si chiede quali sarebbero i meriti di Gino C. perché venga insignito di un compito tanto delicato: quello di non essere stato in grado di prendere Turetta a calci nel culo quando era il momento?