Speriamo che Cecilia Sala non si dia alla speleologia
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Oh, Cecilia Sala, la nostra giornalista d’assalto, appena liberata dalle grinfie delle autorità iraniane, è tornata in Italia. Ma attenzione, non vorremmo che questa volta, invece di esplorare le tensioni geopolitiche, decidesse di esplorare le profondità di una grotta, magari quella di Bueno Fonteno, dove la nostra amata speleologa Ottavia Piana ha vissuto avventure degne di un film di Indiana Jones…ma con meno lieto fine!
Dunque, Cecilia, dopo aver affrontato le celle di Evin, che sono il massimo dell’ospitalità iraniana, spero davvero che tu non senta la necessità di fare turismo sotterraneo. Noi, qui in Italia, abbiamo già avuto abbastanza emozioni con la nostra speleologa nazionale che si è innamorata della grotta al punto da visitarla due volte in un anno, con tanto di fratture e traumi vari come souvenir.
Immagina la scena: Cecilia Sala, appena rientrata, dice a sé stessa: “Beh, se andare in prigione in Iran è il mio nuovo hobby, perché non aggiungere anche qualche caduta in grotta al mio curriculum?”. No, no, no, cara Cecilia, il giornalismo è già abbastanza pericoloso senza dover aggiungere il rischio di rimanere incastrata tra stalattiti e stalagmiti!
Evviva la nostra Cecilia, che ha dimostrato di avere un talento per mettersi nei guai in modi creativi. Ma, per favore, lasciamo le grotte ai veri speleologi, quelli che sono assicurati fino ai denti e non hanno bisogno di un salvataggio internazionale per tornare alla luce del sole.
La fanciulla massonica ha già cominciato a fare il giro delle interviste e delle comparsate televisive?