L’Arci esentasse: “Meloni e Salvini devono morire”
Related Articles
Indignazione e Vergogna: L’ARCI si Rende Ridicola con una Canzone Parodia e Gode di Privilegi Fiscali Ingiustificati
La canzone “Sere Nere” di Tiziano Ferro, un inno all’amore senza connotazioni politiche, è stata tragicamente trasformata in una parodia disgustosa dall’ARCI di Palermo. Questa organizzazione, nota per i suoi legami con la sinistra, ha non solo travisato un brano d’amore ma ha anche incitato alla violenza contro il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini.
Durante un evento organizzato dall’ARCI, due giovani si sono esibiti in una versione distorta della canzone, trasformandola in una goliardata che ha superato ogni limite della decenza e della legalità. Con frasi come “Meloni e Salvini devono morire a testa in giù”, hanno trasformato un momento di leggerezza in una minaccia esplicita, ricordando i brutali esiti del fascismo con un’ironia macabra. “Camice nere”, “il Ventennio è già qua”, “li famo neri”, parole che non solo incitano all’odio ma che rivelano una visione distorta e pericolosa della politica.
Il pubblico, lungi dal mostrare sdegno, ha risposto con applausi, risate e fischi di approvazione. Questo comportamento non è solo una bravata ma un sintomo grave di una cultura politica che ha perso ogni senso di rispetto e civiltà.
Ma c’è di più: mentre l’ARCI si permette di insultare e minacciare la leadership del paese, gode di esenzioni fiscali che un governo serio dovrebbe immediatamente eliminare. Perché un’organizzazione che promuove l’odio e la violenza dovrebbe avere privilegi economici a spese dei contribuenti italiani? È un affronto al buon senso e alla giustizia.
I commenti sui social non lasciano dubbi sulla reazione del pubblico: si parla di vilipendio, di una condanna che dovrebbe arrivare, ma che probabilmente non ci sarà. “I soliti poveri comunisti”, si legge, un segno di quanto ormai sia evidente l’ipocrisia di chi predica integrazione e dialogo ma poi si lascia andare a gesti di disprezzo e violenza verbale.
La situazione è chiara: questa non è libertà di espressione, ma insulto gratuito e incitamento alla violenza. E mentre l’ARCI si rende ridicola con queste azioni, continua a beneficiare di esenzioni fiscali che nessun governo serio dovrebbe tollerare. È tempo che l’Italia riscriva le regole del gioco, eliminando questi privilegi e mettendo fine a tali spettacoli indegni che non fanno altro che alimentare il rancore e la divisione nel nostro paese.
Quanto vado a scrivere non piacerà a tutti ma devo dirlo, scusate.
Ma tutti questi “antifascisti” del cazzo si rendono conto di essere ridicoli quando gridano come oche contro il pericolo “fascista” rappresentato dalla Meloni, da Orban, dalla Le Pen, da AFD e quant’altro ci sia in europa senza accorgersi che l’europa è in mano a soros ed è nazista al punto di far avere incarichi di responsabilità a “commissari” e burocrati vari privi di supporto “democratico” (non eletti ma nominati dall’alto) e di affidare a costoro il destino di 400 milioni di coglioni che obbediscono ciecamente, convinti di vincere così un premio.
Ieri i vaccini, prima ancora la banca centrale, oggi la Kraina nazista che secondo loro nazista non è perchè i banderiti e la brigata azov sono solo espressioni del folklore locale… non si accorgono, questi “antifascisti”, di essere solo degli *utili idioti” di leniniana memoria, da buttare via quando non serviranno più.
Ma questi “antifascisti” del cazzo, se mai un giorno dovessero trovarsi di fronte dei “veri fascisti” dei Fasci di Combattimento di una volta, per quanto tempo resterebbero “antifascisti,” se presi a botte e purgati con l’olio di ricino?
Sulla base di quanto ho appreso sul mio “partigiano antifascista” di famiglia (ora ex famiglia) direi che durerebbero pochi minuti, giusto il tempo di avere una seconda scarica di diarrea col cesso occupato…
Che pagliacciata…