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Da Bussoleno a Milano, passando per Busto Arsizio, un filo rosso di disprezzo verso l’Italia e i suoi cittadini.

La recente manifestazione avvenuta a Bussoleno il 9 gennaio ha acceso i riflettori su una situazione che sta diventando sempre più frequente e preoccupante in Italia. In questa piccola città, i richiedenti asilo hanno manifestato per le strade, urlando slogan offensivi come “Vaff… italiani fascisti”, in una protesta contro l’idea di pulire le strade in cambio di un’assistenza che include vitto, alloggio e una paghetta giornaliera di 45 euro.

Questo episodio non può essere visto isolatamente, ma come parte di una più ampia narrativa di ingratitudine e parassitismo che sta emergendo in diverse città italiane.

I richiedenti asilo hanno marciato il 9 gennaio lungo le strade di Bussoleno al grido: “Vaff….Italia”. Protestavano contro la possibilità di pulire le strade in cambio dei 45 euro al giorno in vitto, alloggio e paghetta. pic.twitter.com/FSYUrZYtFF

— CriminImmigr*ti (@CriminImmigratl) January 13, 2025

Parliamo di Milano, dove la notte di Capodanno in Piazza Duomo è stata segnata da atti di violenza sessuale e insulti verso l’Italia e le sue forze dell’ordine. Giovani immigrati, descritti come musulmani, hanno trasformato una celebrazione in un incubo per molte donne, mentre una poliziotta si è trovata a dichiarare “Sono impotente” di fronte alla violenza. Anche qui, le reazioni delle vittime denotano un senso di abbandono da parte delle autorità, con risposte che sono state percepite come inadeguate e superficiali.

#Milano, piazza Duomo, le violenze delle gang islamiche a #Capodanno. Guerra urbana, con le forze dell'ordine sopraffatte e umiliate. La situazione è fuori controllo, e il grido di "Vaffanc*lo Italia, polizia di m*rda” risuona come un insulto diretto alla nostra nazione. pic.twitter.com/35ljKL84Zj

— CriminImmigr*ti (@CriminImmigratl) January 1, 2025

Non meno grave è quanto accaduto a Busto Arsizio, dove bande di giovanissimi immigrati hanno accerchiato una pattuglia della polizia, costringendola a indietreggiare tra insulti contro l’Italia, il governo Meloni e gli stessi agenti. Questi incidenti mostrano un atteggiamento di sfida e mancanza di rispetto verso il paese che li ha accolti, contribuendo a un clima di tensione e paura tra la popolazione locale.

Questi eventi, da Bussoleno a Milano fino a Busto Arsizio, delineano una tendenza preoccupante: un rifiuto di integrazione, un mancato rispetto per le leggi e le persone del paese ospitante, e un atteggiamento che si avvicina più al parassitismo che alla gratitudine per l’assistenza ricevuta. La questione non è più solo di sicurezza pubblica, ma di una crisi di valori e di civiltà, dove chi viene accolto non mostra alcun segno di voler contribuire alla comunità, preferendo invece offendere e rifiutare le opportunità di inserimento offerte.

È chiaro che l’Italia non può continuare a mantenere chi non ha rispetto per il paese e rifiuta di contribuire alla società. Questa ondata di ingratitudine e disprezzo richiede una risposta forte e decisa, sia in termini di politiche migratorie che di intervento immediato per garantire la sicurezza e il rispetto dei cittadini italiani. La vergogna deve finire; è tempo di agire per preservare la dignità e la sicurezza di un paese che ha il diritto di essere rispettato. E il dovere di farsi rispettare. Leviamoceli dai coglioni.