Niente odio razziale per il killer africano di Sharon
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Indignazione per l’ingiustizia: Oggi si prepara la richiesta di giudizio immediato per Moussa Sangare, il trentenne di Suisio, Bergamo, che ha brutalmente accoltellato Sharon Verzeni a Terno d’Isola lo scorso luglio. Ma dov’è l’aggravante di odio razziale? Quando un africano ammazza un italiano, le toghe rosse, che tanto amano utilizzarla per perseguitare chi semplicemente osserva che gli africani vengono in Italia ad ammazzare, non vedono mai questa aggravante.
Sangare è accusato di omicidio pluriaggravato, con l’aggiunta di futili motivi, premeditazione e l’aggravante della minorata difesa – tutto questo mentre la vittima ascoltava musica con le cuffiette, in un luogo deserto e di notte. Ma il razzismo? Niente. Il PM Emanuele Marchisio coordina le indagini, ma sembra ignorare completamente il movente razziale che è così evidente quando un italiano è la vittima.
L’istanza sarà presto inoltrata al GIP, ma ci si chiede: quanto sarà severa la giustizia in questo caso? Sangare, fermato un mese dopo grazie a due testimoni marocchini, ha confessato dopo essere stato rintracciato. Questo individuo, nato a Milano ma di origini maliane, con precedenti per maltrattamenti, occupava abusivamente una casa e ha ammesso il crimine con una freddezza che non lascia dubbi sulla sua sanità mentale, come ha sottolineato la giudice Raffaella Mascarino.
C’è da notare come Sangare abbia agito con calcolo, vagando per trovare la vittima più vulnerabile, e come abbia poi cercato di coprire le sue tracce, partecipando a una grigliata con amici e sbarazzandosi del coltello in modo da conservare un “souvenir” del suo atto. La giudice ha evidenziato la sua noia e la mancanza di lavoro stabile, influenzato da una cultura musicale che esalta violenza e dominio sugli altri.
Eppure, nonostante questa chiara premeditazione e la totale mancanza di rispetto per la vita umana, vediamo che l’aggravante di odio razziale non è neanche considerata. È evidente che c’è un doppio standard qui: se un italiano critica questa realtà, viene perseguitato con l’accusa di razzismo, ma quando un africano uccide un italiano, il razzismo è stranamente assente nelle accuse formali.
Questa è l’Italia oggi, dove la giustizia sembra avere due pesi e due misure.
Se i giudici giurano che il baluba non è razzista allora la prossima volta dovrà ammazzare una scimmietta sua concittadina, per par condicio e non smentirli…