Violenze islamiche a Busto Arsizio: caccia ai complici dei due espulsi
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Firmato il provvedimento di espulsione, i due marocchini clandestini, responsabili dei disordini a Busto Arsizio, sono stati rinchiusi nel Cpr di Gradisca d’Isonzo, in attesa di essere rispediti nel loro paese. La notte tra venerdì 10 e sabato 11 gennaio, questi due delinquenti hanno scatenato il caos in piazza Garibaldi, lanciando bottiglie e insultando l’Italia e le nostre forze dell’ordine. Subito dopo i disordini, sono stati identificati, denunciati e trovati irregolari sul territorio. Domenica, il prefetto di Varese ha firmato il loro mandato di espulsione.
Il Viminale ha annunciato: “L’arresto conferma l’attenzione, voluta dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, per assicurarsi che tutti questi criminali stranieri che aggrediscono le forze dell’ordine vengano catturati e puniti, a difesa della nostra sicurezza e del nostro Stato di diritto.”
Se pensate di risolvere un problema demografico di milioni di immigrati regolari espellendo un paio di clandestini mentre nello stesso giorno la solita ong che fate sbarcare ne porta altre cento… Le indagini continuano per trovare altri colpevoli, grazie anche ai video raccolti, con l’obiettivo di far sì che ogni bastardo che si comporta violentemente paghi per i suoi crimini.
I fatti risalgono a poco prima della mezzanotte di venerdì scorso, quando gli agenti hanno dovuto intervenire perché questi due immigrati molestavano la gente vicino a un fast food in piazza Garibaldi. Hanno chiamato altri balordi, circa quaranta, per provocare una protesta, insultando le forze dell’ordine e il nostro Governo. Nonostante i rinforzi, la situazione è degenerata. Ora, questi due nordafricani sono detenuti in attesa di rimpatrio. Uno di loro, dopo la notte dei disordini, è stato visto di nuovo in piazza Vittorio Emanuele II, un luogo ormai noto per problemi causati da questi invasori, prendendo a pugni un altro marocchino. Ieri, il sindaco Emanuele Antonelli ha tenuto un vertice sulla sicurezza per coordinare azioni contro questi disordini.
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