Dissidente Sfida il Sistema Usando le sue Assurde Leggi: “Mi Sento una Donna” e Finisce in un Carcere Femminile
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Sven Liebich, il Dissidente che Sfida il Sistema Usando le sue Assurde Leggi: “Mi Sento una Donna” e Finisce in un Carcere Femminile
In un colpo di genio che ha messo in ridicolo le leggi woke, Sven Liebich, cosiddetto neonazista condannato per reati di opinione di incitamento all’odio, ha sfruttato la nuova legge tedesca sull’autodeterminazione di genere per sovvertire il suo destino carcerario. Da novembre, la Germania ha introdotto una norma che consente a chiunque di cambiare il proprio genere e nome all’anagrafe con una semplice dichiarazione, una volta all’anno.
Liebich, ora conosciuto come Marla Svenja Liebich, ha modificato il suo stato civile con un’astuzia che ha fatto vacillare le fondamenta della legge stessa. Cinquantatreenne, con una lunga barba e un passato di propaganda anti-immigrazione, ha dichiarato “mi sento una donna”, aprendosi la possibilità di essere trasferito in un carcere femminile, il tutto per evitare le discriminazioni che afferma di temere.
La sua storia, che ha fatto esplodere le polemiche in Germania, è emblematica di come la legge possa essere manipolata da chi ha una mente abbastanza acuta per farlo. Liebich, condannato a 18 mesi di prigione, ha non solo cambiato il suo nome e genere ma ha anche innescato un dibattito sulla sicurezza e sui diritti delle donne all’interno delle carceri.
“Ora sono trans”, ha dichiarato Liebich, evitando così il carcere per violenza di genere. Un uomo che ha guidato “manifestazioni del lunedì” a Halle an der Saale per provocazione con una fascia hitleriana al braccio, ora ha trovato un modo per burlarsi del sistema che lo ha condannato.
La politica tedesca è in subbuglio. Andrea Lindholz, del gruppo Cdu-Dsu, ha criticato duramente l’ex governo semaforo per aver consentito l’autodichiarazione senza verifica: “È un grosso errore che mette a rischio la sicurezza e lo stato di diritto”. Sahra Wagenknecht, presidente del Bsw, ha definito questa mossa come una “provocazione mirata” che dimostra quanto la legge sull’autodeterminazione sia aperta all’abuso, aggiungendo che “i diritti delle donne saranno messi a repentaglio”.
Liebich, con questa mossa, ha non solo dimostrato l’assurdità delle politiche woke ma ha anche sollevato domande cruciali su come le leggi, pensate per proteggere e promuovere l’autodeterminazione, possano essere utilizzate in modi che solo un legislatore demente che incarcera chi la pensa in modo diverso poteva non prevedere. Il suo destino carcerario rimane incerto, ma la sua capacità di usare le leggi contro il sistema stesso è un monito e una lezione di come le regole, quando mal concepite, possano essere girate contro chi le ha create.
E’ la regola delle sette “P”: Parole Poco Pensate Possono Produrre Parecchie Puttanate.
Quel tizio è un grande, così i sinistri imparano a fare i cazzoidi…
Lo avevo scritto tempo fa sul vecchio sito di vox che sarebbe accaduto
… Evidentemente sto tipo avrà letto vox🤣🤣🤣🤣🤣
…i soliti crucchi o bestie o pecorelle…certo che le legnate che hanno preso fra il 39 e il 45 a qualcosa sono servite…poche furono purtroppo… la Germania ? Azienda agricola d’Europa per cui 25 milioni bastavano e gli altri…?che crepassero… così pensavano all’inizio gli alleati