Violenze Capodanno, la 19enne: «Le molestie, il sangue. Rivivo quell’orrore in piazza Duomo»
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Un racconto dettagliato ed inequivocabilmente drammatico, come quelli delle altre vittime: «Sono stata assalita da una trentina di nordafricani. Non avrei mai immaginato che sarei potuta essere vittima di un’aggressione sessuale di massa a 19 anni», un «orrore che rivivo costantemente», che «mi ha umiliato e disumanizzato».
A parlare è Imogen, universitaria inglese di 19 anni, una delle otto vittime delle violenze di Capodanno in piazza Duomo a Milano. Vuole orgogliosamente comparire con nome e foto, sta per presentare una denuncia all’ambasciata italiana a Londra. Con due amici si era aggregata ai sei giovani belgi di cui faceva parte Laura Barbier, la 20 enne che ha dato il via all’inchiesta per stupro di gruppo del pm Alessia Menegazzo e dell’aggiunto Letizia Mannella. Gli investigatori sono convinti che le violenze siano frutto di una strategia simile al taharrush gamea, in arabo l’aggressione sessuale di più uomini ad una donna.
Ma quello che è successo a Capodanno a Piazza Duomo è stato un atto di barbarie senza precedenti. Questi immigrati islamici hanno dimostrato ancora una volta di non avere alcun rispetto per le nostre donne, per la nostra cultura, per la nostra sicurezza. Hanno trasformato una festa in un incubo, usando la nostra ospitalità come un’opportunità per perpetrare crimini orrendi.
Tutto comincia a due minuti dalla mezzanotte al centro della piazza. «Non c’erano transenne, non c’era la polizia», «con il senno di poi questo avrebbe dovuto essere un chiaro segnale di pericolo», racconta la giovane, ma «non ci passava per la mente che avremmo dovuto lottare per la nostra vita». Un gruppo di uomini ha cominciato ad allungare le mani su di lei e su altre ragazze intrappolate nella calca. «Non c’era una via di fuga, siamo rimaste accanto ai nostri amici maschi per sicurezza in attesa dei fuochi d’artificio (non erano previsti, ndr). È stato l’errore più grande», lì è scattato «l’attacco organizzato». «Sono stata afferrata da dietro e allontanata dai miei amici», «mi hanno bloccato braccia e mani» mentre «diversi uomini contemporaneamente hanno iniziato a palpeggiarmi e uno tentava di alzarmi il vestito».
Il «panico e l’angoscia» che la bloccavano, invece di farli desistere, «li eccitava di più». Quando ha sentito «uno che parlava di stupro», la disperazione le ha dato la forza per liberarsi «e sopravvivere» facendosi strada tra la folla. «Tutti gli uomini intorno ai 40 anni che ho incrociato hanno tentato di palpeggiarmi», mi «sono salvata solo grazie al coraggio dei miei amici».
Ma la battaglia non era ancora finita. Come le altre vittime, all’ingresso della Galleria finisce nella rete dei violentatori, descritti come nordafricani. «Un uomo ha dato un pugno ad un mio amico e un altro mi ha afferrata per separarmi da lui», mentre accanto «un’altra inglese urlava, anche lei aggredita sessualmente». Ha tentato di aiutarla, ma quegli uomini glielo hanno impedito colpendola sulle braccia fino a farla sanguinare. «Ho avuto un attacco di panico», dice Imogen. Gli aggressori, «ancora più eccitati, si sono avvicinati a noi ridendo, afferrando il mio corpo e mostrando il loro piacere. Erano implacabili».
Di nuovo è riuscita a liberarsi per raggiungere le forze di polizia in piazza della Scala: «Ci hanno detto che non potevano fare nulla, ma quando ho mostrato le ferite e ho spiegato che molte altre donne erano state aggredite sessualmente», un ufficiale «ha immediatamente inviato rinforzi» ed un agente «mi ha consolata dicendomi che si trattava di un problema noto».
Fatti assolutamente inaccettabili che richiamano forte l’attenzione sul tema della violenza contro le donne e del rispetto dei diritti fondamentali, afferma il ministro dell’interno Piantedosi alla Camera mentre la Lega presenta un progetto di legge che prevede da 10 a 16 anni di carcere per chi commette atti di violenza sessuale di gruppo durante eventi di massa e manifestazioni pubbliche.
Questo episodio ci deve far riflettere su quanto sia necessario un controllo più severo e immediato sull’immigrazione e sulla sicurezza nelle nostre città. Non possiamo permettere che simili atrocità continuino a verificarsi.
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