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Secondo le valutazioni della Procura di Milano, non vi è stata alcuna violazione nelle modalità dell’inseguimento. L’indagine, condotta dai Carabinieri del Nucleo investigativo, continua a focalizzarsi sulle fasi finali, con l’accusa di omicidio stradale contro il militare che guidava l’ultima macchina inseguitrice e contro il 22enne, oltre che sul presunto depistaggio e favoreggiamento per cui sono indagati altri due Carabinieri.

Come sancito dall’articolo 55 del codice di procedura penale, la polizia giudiziaria ha il dovere di agire, anche di propria iniziativa, per prendere notizia dei reati, prevenirne le conseguenze, cercare gli autori, assicurare le prove e raccogliere elementi utili per l’applicazione della legge penale. L’inseguimento di quella notte, con tre pattuglie e sei uomini, era perfettamente in linea con queste direttive.

Mentre attendiamo i risultati della consulenza cinematica e informatica entro i primi di febbraio, i pm Marco Cirigliano e Giancarla Serafini, sotto il coordinamento dell’aggiunta Tiziana Siciliano e del procuratore Marcello Viola, hanno ascoltato un Carabiniere come teste. Questo militare aveva una bodycam che ha catturato le fasi del soccorso ai due giovani, immagini che sono state diffuse in una trasmissione TV.

Ora, è il momento che il Governo riconosca il coraggio e la dedizione dei nostri Carabinieri. Non solo hanno agito secondo la legge, ma hanno anche messo a rischio la propria sicurezza per proteggere la nostra comunità. Chiediamo che il Governo premi e difenda questi eroi, assicurando loro il rispetto e il sostegno che meritano, mentre continuiamo a chiarire ogni aspetto di questa tragica vicenda.