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E qui, in Italia, mentre l’Europa si muove, ormai troppo tardi, verso un approccio più realistico e protettivo, c’è chi insiste a voler ripetere gli errori del passato altrui. Perché noi siamo ancora in tempo.

Stretta sui Migranti in Europa: Una Lezione da Non Dimenticare

L’Europa, stanca e ferita dalla criminalità importata, si sta finalmente svegliando da un lungo sonno di buonismo e politiche migratorie fallimentari. La realtà è chiara: l’immigrazione incontrollata ha portato un’ondata di crimine che minaccia il tessuto sociale dei paesi membri. Ora, con urgenza, si stanno adottando misure severe, dimostrando che non c’è più spazio per l’ingenuità o per una falsa compassione.

In Olanda, il ministro dell’Asilo e delle Migrazioni ha annunciato una svolta storica: i richiedenti asilo minorenni che commettono reati perderanno il diritto di asilo e saranno rimpatriati. Questo è un segnale forte e chiaro che l’Europa non è più disposta ad accogliere chi non rispetta le leggi e i valori dei paesi ospitanti. Non si tratta di una punizione ma di una necessaria difesa della sicurezza pubblica.

La Svezia, una volta simbolo di un’accoglienza senza limiti, ha finalmente deciso di agire. Non solo togliendo il permesso di soggiorno ai migranti violenti, ma anche revocando la cittadinanza ai cosiddetti “nuovi svedesi” che si macchiano di reati gravi. Questa è una dichiarazione di guerra alla criminalità importata, riconoscendo che l’integrazione non può avvenire a spese della sicurezza e dell’ordine pubblico.

E qui, in Italia, mentre l’Europa si muove verso un approccio più realistico e protettivo, c’è chi insiste a voler ripetere gli errori del passato altrui. Chi vorrebbe che l’Italia seguisse il modello di accoglienza indiscriminata che ha portato altri paesi al collasso sociale e alla crescita della criminalità. È assurdo pensare di aprire le porte a chi poi le sfonda con la violenza.

Dovremmo invece imparare da queste lezioni, non ripercorrere gli stessi errori. L’Italia deve tornare con urgenza allo ius sanguinis, il principio per cui la cittadinanza si acquisisce per discendenza. Non possiamo permetterci di diventare il campo di prova per politiche migratorie che hanno dimostrato il loro fallimento altrove. La sicurezza, l’ordine e l’identità nazionale devono essere preservati.

Ogni paese ha il diritto di proteggere i propri cittadini e la propria cultura. La stretta sui migranti, la revoca dei diritti per chi infrange la legge, non sono atti di razzismo o xenofobia, ma di autoconservazione. L’Europa non può più permettersi di essere il parco giochi di chi non rispetta le sue leggi, la sua cultura, la sua civiltà. È tempo di un cambiamento radicale, di riconoscere che l’immigrazione deve essere gestita con criteri rigorosi e con l’obiettivo prioritario di salvaguardare i paesi ospitanti.

L’Italia, come parte di questa Europa, deve alzare la testa, guardare agli errori altrui e scegliere di non ripeterli. È tempo di dire basta alla criminalità d’importazione, di ritornare a un sistema di cittadinanza che protegga e valorizzi chi davvero ha il diritto di chiamarsi italiano.