“Ogni migrante che passava voleva violentarmi”

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By V gennaio 19, 2025 23:18

“Ogni migrante che passava voleva violentarmi”

L’Invasione Islamica e il Tradimento delle Femministe: Allarme per l’Italia

La notte di Capodanno a Milano ha svelato la faccia più oscura dell’immigrazione islamica in Europa: piazza del Duomo è stata trasformata in un campo di battaglia dove le donne sono diventate prede per un branco di stupratori nordafricani. Imogen, una turista inglese di 19 anni, ha vissuto un inferno, descrivendo scenari di orrore dove “temevo di morire, si eccitavano per la mia angoscia”. Questo non è un incidente isolato; è un sintomo di una malattia che sta devastando le nostre società, portata da chi non ha intenzione di integrarsi ma di dominare.

Le parole di Imogen, rilasciate al Daily Mail e ora oggetto di indagine internazionale, sono un pugno nello stomaco: “Afferrata e tirata da sconosciuti”, “ogni uomo che passava cercava di palparmi”, “sentivo che stavo lottando per la sopravvivenza”. Questo è il taharrush gamea, una pratica di violenza di gruppo che, importata da nordafricani e altri immigrati islamici, sta minando la sicurezza delle nostre città.

Ma ciò che è altrettanto allarmante è la reazione, o meglio, la mancanza di essa, da parte di chi dovrebbe difendere le donne. Il femminismo militante, incarnato dal gruppo “Non una di meno”, ha reagito con un ritardo vergognoso, solo per poi difendere i colpevoli. Dopo 18 giorni di silenzio, hanno emesso un comunicato che non solo non condanna i violentatori ma cerca di deresponsabilizzarli, accusando invece lo Stato di razzismo e di creare “zone rosse liberticide”. È l’apice del tradimento: difendere i predatori islamici nordafricani che hanno commesso questi crimini orribili.

Questo tipo di femminismo non solo perde la sua bussola morale ma diventa complice della violenza contro le donne. La loro retorica è pericolosa, negando le evidenze culturali che portano a tali atti di barbarie. Parlare di “capro espiatorio” quando i video mostrano chiaramente stranieri nordafricani che esultano, gridando “Milano è Egitto”, è un insulto a ogni donna che ha sofferto o teme per la sua sicurezza.

Se non interveniamo, se non azzeriamo l’immigrazione islamica regolare, siamo destinati a vedere più scenari come quello di Capodanno a Milano. Le nostre città diventeranno territori di terrore dove le donne non saranno più libere di vivere la loro vita. Ogni donna diventerà potenziale preda di un’ideologia che le considera inferiori, strumenti per il piacere maschile o per il controllo culturale.

L’Italia deve svegliarsi. Dobbiamo prendere misure drastiche per fermare questa invasione che non porta arricchimento ma distruzione. La difesa a oltranza di chi commette crimini contro le donne da parte di chi dovrebbe proteggerle è un tradimento che non possiamo permetterci. È tempo di dire basta, di proteggere le nostre figlie, sorelle, madri dalla minaccia che si nasconde dietro il velo dell’accoglienza indiscriminata.

In conclusione, la notte di Capodanno a Milano non è solo un campanello d’allarme; è una sirena che urla per la nostra attenzione. Se non agiamo, se non fermiamo questa marea di violenza portata da stupratori islamici nordafricani, l’Italia rischia di perdere non solo la sua sicurezza ma anche la sua anima.

“Ogni migrante che passava voleva violentarmi” ultima modifica: 2025-01-19T23:18:50+00:00 da V
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