Stupri islamici in Duomo, follia femminista: parlarne è razzismo

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By V gennaio 19, 2025 17:03

Stupri islamici in Duomo, follia femminista: parlarne è razzismo

L’Assurda Difesa delle Violenze di Capodanno a Milano: Il Tradimento del Femminismo Militante

Nella notte di Capodanno a Milano, piazza del Duomo è diventata teatro di un orrore che dovrebbe scuotere ogni coscienza: il taharrush gamea, una pratica di violenza di gruppo portata in Occidente da chi non ha intenzione di integrarsi. Tuttavia, il femminismo militante di “Non una di meno” ha scelto di puntare il dito non contro i colpevoli, ma contro lo Stato. Dopo ben 18 giorni di silenzio, hanno finalmente trovato la voce, ma solo per distorcere la realtà.

Sono state almeno otto le donne, di età diverse, a denunciare molestie, e gli investigatori hanno già identificato alcuni responsabili grazie alle telecamere. Ma cosa dice il comunicato delle femministe? Ammettono la violenza, sì, ma con un “ma” che tradisce il loro vero intento: “Siamo dalla parte delle giovani donne sopravvissute,” dicono, solo per poi deresponsabilizzare gli aggressori, stranieri e immigrati di seconda generazione, descritti dalle vittime come “nordafricani” e “asiatici”.

La loro narrazione è orwelliana. Accusano lo Stato di annullare eventi pubblici, di creare zone rosse “liberticide”, di alimentare la paura e di strumentalizzare la violenza di genere a fini razzisti. Ma è un fatto innegabile: le violenze a piazza del Duomo sono state commesse da stranieri. Eppure, secondo queste femministe, menzionare questo fatto sarebbe razzismo. E’ colpa di quelle come loro se la bambine inglesi sono state stuprate a migliaia da islamici nel silenzio totale.

Il comunicato prosegue con un attacco politico ed economico, dividendo il mondo in “voi” e “noi”, dove “voi” sono i cattivi e “noi” i buoni, senza sfumature, senza verità. Parlano di “capro espiatorio” per giustificare l’ineffabile, mentre i video mostrano chiaramente una piazza dominata da stranieri, alcuni dei quali esultano gridando “Milano è Egitto”.

Negare le differenze culturali e le pratiche come il taharrush gamea, un rituale punitivo contro le donne per relegarle fuori dalla vita pubblica, è non solo irresponsabile ma anche pericoloso. Quando un giovane immigrato dichiara apertamente in televisione che, se fosse ubriaco, agirebbe allo stesso modo, non c’è più spazio per il dubbio. Eppure, queste femministe continuano a negare, mettendo in pericolo la libertà conquistata dalle donne occidentali dopo decenni di lotte.

Il vero femminismo dovrebbe difendere le donne da ogni forma di violenza, non coprire gli aggressori con un velo di ideologia distorta. La difesa a oltranza degli immigrati, anche quando commettono crimini orribili, non è giustizia; è complicità. È un tradimento delle donne che hanno subito violenza e di tutte quelle che ora rischiano di vedere le loro libertà minacciate da culture che le vedono come oggetti.

In conclusione, il femminismo di “Non una di meno” non solo ha perso la sua bussola morale ma sta attivamente contribuendo a un regresso sociale pericoloso. Difendere i diritti delle donne non può e non deve significare proteggere chi le violenta. È tempo di chiamare le cose con il loro nome e di smettere di sacrificare la verità sull’altare di un’ideologia fallimentare.

Stupri islamici in Duomo, follia femminista: parlarne è razzismo ultima modifica: 2025-01-19T17:03:08+00:00 da V
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By V gennaio 19, 2025 17:03
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2 Comments

  1. Steobaldo gennaio 19, 18:10

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/02/17/migranti-non-lasciateci-solo-con-i-fascisti-la-foto-delle-femministe-su-facebook-sommersa-da-insulti/4167537/….ma dove le hanno trovate in tante così brutte e sguaiate? Per loro l’immigrazione è una risorsa…e ce credo!

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  2. Ul Gigi da Viganell gennaio 19, 19:50

    Abbiamo accertato che le parole “femminista” e “sanità mentale” non possono andare d’accordo.

    La famigerata cecilia strada, ebbe a dire un giorno che lei non l’avrebbe mai data ad un fascista, neanche in punto di morte e quelli di Casa Pound risposero “non siamo mica così malridotti da doverci accontentare di te”.

    Fossero meno cessi e più simpatiche, queste signore avrebbero meno problemi nella vita di relazione…

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