Ci salveremo solo azzerando l’immigrazione islamica
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Italia Sotto Assedio: L’Unica Salvezza è Azzerare l’Immigrazione Islamica e Ritornare allo Ius Sanguinis
Guardiamoci attorno, in Italia e nell’Europa intera, nelle città grandi e piccole, Milano, Roma, Parma, Modena, Torino, Trieste, Firenze, ecc., l’Europa sta cambiando il proprio volto, anzi sta perdendo la sua identità, i suoi tratti, il suo stile, la sua educazione, la sua cultura, la sua religione, la sua laicità, il suo credo, il suo modo di fare politica, ecc. Viaggio su e giù per l’Italia, ed anche in Europa, ad iniziare dall’Inghilterra e Francia, e ne vedo di tutti i colori. Provate ad andare a Monfalcone dove è stata sindaca Anna Maria Cisint oggi eletta al Parlamento Europeo, poi finita sotto scorta per le minacce di morte ricevute nella sua cittadina; quella bellissima cittadina italiana oggi non lo è più, qui non sembra d’essere in Italia. Sotto l’influenza delle organizzazioni islamiche, come i Fratelli Musulmani, le idee radicali si stanno insinuando nel Vecchio Continente.
Talvolta con la forza, come comprovano gli attentati verificatisi nel periodo natalizio. A Milano per i gravi fatti in Piazza del Duomo la procura di Milano sta indagando su un presunto stupro di gruppo che sarebbe avvenuto nella notte di Capodanno, tra il 31 dicembre e l’1 gennaio 2025. La notizia era uscita inizialmente su giornali e media belgi dopo che una turista di vent’anni di Liegi aveva raccontato di essere stata accerchiata, immobilizzata, palpata e toccata sotto i vestiti da decine di ragazzi insieme alle amiche con cui era in vacanza. Dall’intervista riportata dai media belgi l’aggressione alle turiste sarebbe durata una decina di minuti. Ma anche ragazze inglesi hanno denunciato violenze sessuali. La piazza è stata per ore molto affollata, con fumo e forti rumori dovuti ai fuochi d’artificio. Il gruppo di amici (quattro ragazze e due ragazzi) sarebbe stato accerchiato e immobilizzato da un gruppo tra le 50 e le 100 persone: uomini tra i 20 e i 40 anni. Secondo le testimonianze delle quattro amiche, tre sarebbero state aggredite sessualmente, con palpeggiamenti e mani sotto i vestiti e dentro i pantaloni, ma anche altre donne nella piazza si sarebbero lamentate di aver subito molestie di questo genere. Abusi riconducibili alla “taharrush gamea” che in arabo significa aggressione sessuale di massa. Il fenomeno apparve per la prima volta agli albori della Primavera araba al Cairo.Quotidianamente, invece, giorno dopo giorno, usanze estranee all’Occidente si insinuano con metodi sottili e astuti. Non dimentichiamo che l’Islam usa “la dissimulazione”; paiono assecondare ed è invece il contrario di tutto. Cosa vuol dire dissimulazione? Eccolo: Comportamento, abituale o occasionale, diretto a celare il proprio pensiero o le proprie intenzioni o anche ad allontanare da sé ogni sospetto.
In Belgio sempre più forti si fanno le richieste d’introdurre l’arabo come materia scolastica obbligatoria. In Olanda è un partito politico a promuovere gli interessi musulmani. Lo stesso in altri Paesi, come l’Italia, dove si è tentato anche di calendarizzare nelle scuole festività islamiche. Il Natale non può essere cancellato. Il Natale è nostro, dei cristiani, degli occidentali. Non solo: gli stessi social, come Tik Tok e Facebook, sono diventati terreno fertile per una campagna di radicalizzazione islamica, che mira a reclutare nuove e giovani forze per la jihad.
Si può accettare tutto questo in silenzio? Come lasciare che si abusi della tolleranza tipica degli europei per imporre a tutti valori decisamente anticristiani? Occorre opporsi! Dobbiamo fermare chi cerchi di cancellare la nostra storia, la nostra cultura, le nostre tradizioni, per sostituirvi abitudini e usanze musulmane, a noi totalmente estranee! Dove la mettiamo la nostra arte, greca e romana, neoclassica, l’arte del romanticismo, fino a quella contemporanea, con la bellezza e il nudo? E la nostra poesia e la nostra letteratura?
È necessario far sentire forte la nostra protesta, affinché venga udita anche nei palazzi di governo, in cui si assumono le decisioni che contano. Occorre sensibilizzare e far aprire gli occhi a chi ancora non conosce questo pericolo e far si che una campagna in tal senso smuova gli indecisi! Tutto ciò è necessario per far cessare il processo di islamizzazione in corso. Dobbiamo salvare l’Europa, prima che venga sfigurata.
L’articolo che abbiamo letto non è solo una denuncia, ma un grido d’allarme per un’Italia e un’Europa che stanno perdendo la loro anima a velocità allarmante. Da Monfalcone a Milano, le nostre città non sono più quelle che ricordiamo: stanno diventando territori stranieri, dove la nostra cultura, la nostra storia, e la nostra religione sono sotto attacco.
Gli atti di violenza sessuale di massa, come quelli denunciati a Capodanno a Milano, non sono incidenti isolati; sono il frutto di un’aggressività culturale importata che cerca di imporsi con la forza. Questi atti di “taharrush gamea”, una pratica barbara che emerge dalla Primavera araba, dimostrano come l’immigrazione islamica non solo alteri il tessuto sociale ma lo mina alla base con la violenza.
La dissimulazione islamica, un concetto che permette di nascondere le vere intenzioni, sta insidiando la nostra società in modi sottili ma devastanti. Le richieste di insegnamento dell’arabo nelle scuole belghe, i partiti politici islamici in Olanda, e il tentativo di sostituire le nostre festività cristiane con quelle islamiche in Italia sono segni di un’agenda ben organizzata per islamizzare l’Europa.
Basta con questa tolleranza che si tramuta in suicidio culturale! L’Italia non può e non deve diventare un’appendice del mondo islamico. Per salvare il nostro paese e la nostra civiltà, dobbiamo prendere misure drastiche: azzerare l’immigrazione islamica regolare e ripristinare lo ius sanguinis in modo integrale. Non possiamo permettere che milioni di individui, che non condividono i nostri valori, la nostra storia, o la nostra fede, diventino “italiani” solo perché hanno risieduto qui per un numero di anni.
È un atto di autodifesa culturale e identitaria. La nostra arte, la nostra poesia, la nostra letteratura, il nostro modo di vivere non possono essere sacrificati sull’altare del multiculturalismo imposto. Dobbiamo opporci con fermezza, alzare la nostra voce in modo che i palazzi del potere sentano il nostro sdegno e la nostra determinazione.
Non possiamo restare in silenzio mentre la nostra Europa viene sfigurata. La nostra protesta deve essere forte, chiara, e inequivocabile: l’Italia è per gli italiani, e la cittadinanza deve essere un diritto di chi ha nelle vene il sangue e la cultura di questa nazione. È tempo di agire, prima che sia troppo tardi.
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