Sindaci di sinistra lasciano stuprare le bambine nei palazzi occupati
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Non gliene frega nulla se i loro migranti rovinano la vita delle vostre figlie.
Dentro il palazzo abbandonato all’Osmannoro: rifugio di immigrati già dal 2018, qui la violenza degli immigrati sulla 16enne
Sesto Fiorentino: Un Inferno di Violenza e Degrado – La Vergogna di Un Palazzo Occupato da Immigrati
Nel cuore di Sesto Fiorentino, all’Osmannoro, si erge un monumento alla vergogna: un palazzo abbandonato in via Tevere, diventato rifugio per immigrati come dimostra l’ultimo orribile episodio, covo di stupratori. Qui, una ragazza di soli 16 anni, in fuga da una comunità di accoglienza, è stata brutalmente violentata all’interno di questo edificio fantasma, un tempo sede di aziende, ora abbandonato al degrado e alla barbarie.
Ma chi dev’essere ritenuto responsabile di questa situazione? Certamente il fondo immobiliare «Social & Public Initiatives», gestito dalla Castello SGR, che lascia questo immobile in balìa di clochard e disperati. Ma la vera indignazione va rivolta verso chi non prende misure decisive per sgomberare questi luoghi di infamia.
Il sindaco, Lorenzo Falchi, si nasconde dietro la scusa che la soluzione è nelle mani della proprietà, incapace o riluttante a intervenire, mentre la municipalità si limita a controlli sporadici, inefficaci. Come si può tollerare che un edificio diventi un terreno di caccia per predatori? È uno schiaffo in faccia alla sicurezza pubblica e alla dignità umana.
I commercianti, i residenti, chiunque lavori o viva vicino a questo luogo, vive nel terrore. Le voci, i teli che penzolano dalle finestre, gli ingressi facili, tutto parla di un abbandono criminale. E mentre gli occupanti tornano dopo ogni sgombero, la violenza si ripete, i furti proliferano, e la paura cresce.
È inaccettabile che nel 2025, in una città come Sesto Fiorentino, si permetta che un edificio diventi un simbolo di degrado e violenza. Il sindaco e le autorità locali devono agire, ora. Non è accettabile che si debba aspettare un’altra tragedia per prendere misure concrete. Sgomberare questo covo di criminali stranieri non è solo un dovere, ma un imperativo morale. La sicurezza dei cittadini, soprattutto delle nostre giovani donne, non può essere sacrificata sull’altare della burocrazia o dell’indifferenza.
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