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Giovani Immigrati di Seconda Generazione, una Piaga per l’Italia

L’Italia è sotto attacco, e non da un nemico esterno, ma da una minaccia che cresce dentro le nostre città: i giovani immigrati di seconda generazione, conosciuti anche come “maranza”. Questi “invasori” stanno devastando il tessuto sociale, culturale e di sicurezza del nostro paese con una violenza e un disprezzo per la legge che non possono più essere tollerati.

Dalle periferie alle città provinciali, questi giovani, spesso privi di senso di appartenenza o rispetto per l’Italia, trasformano le nostre strade in arene di guerra. A Viterbo, Torino, Busto Arsizio, Monza, Bergamo, Trento, e Parma, le scene sono sempre le stesse: scippi, minacce, coltelli a scatto, bivacchi, droghe, e violenze quotidiane. Questi “maranza” non sono solo teppisti; sono una piaga sociale che sta minando il nostro futuro.

Non parliamo di un problema di semplice integrazione fallita; parliamo di una strategia di invasione e sostituzione demografica. L’immigrazione islamica, spesso da paesi con tradizioni retrive come Bangladesh e Pakistan, sta alterando irreversibilmente il volto delle nostre città. Con il 90% dei migranti musulmani che entrano attraverso il ricongiungimento familiare, stiamo assistendo a un piano di colonizzazione silenziosa, portando con sé ideologie che sfidano i nostri valori democratici.

I centri sociali, manipolatori della sinistra, esacerbano questa situazione, fomentando la rivolta tra questi giovani disoccupati e sottoccupati. Testi come “Maranza di tutto il mondo, unitevi!” non sono solo provocazioni; sono chiamate alle armi contro l’Italia stessa. Questi centri stanno creando un esercito di strada, trasformando i nostri ragazzi in strumenti di caos e distruzione.

La risposta non può essere che una: azzerare l’immigrazione non europea e avviare una remigrazione di massa. Solo così possiamo sperare di salvare il nostro futuro. I commercianti insorgono, i cittadini vivono nel terrore, e le nostre città stanno diventando ghetti dove la legge non ha più valore. Questo non è più un problema di sicurezza pubblica; è una questione di sopravvivenza della nostra identità, della nostra cultura, della nostra stessa esistenza come nazione.

Il Ministero dell’Interno ha iniziato a delineare zone “a vigilanza rinforzata”, ma questo è solo un inizio. Dobbiamo agire con determinazione, chiudendo le porte a chi non rispetta i nostri valori, le nostre leggi, il nostro stile di vita. Non possiamo permettere che l’Italia diventi un campo di battaglia culturale e religioso, dove il crimine diventa la norma e l’impunità la regola.

È tempo di dire basta all’immigrazione islamica, tempo di proteggere i nostri figli, le nostre città, e il nostro futuro. Azzeriamo l’immigrazione non europea, iniziamo la remigrazione di massa, e salviamo l’Italia da questa invasione silenziosa, prima che sia troppo tardi.