Boom di sbarchi, Italia ostaggio delle tribù libiche: è tempo di un blocco navale
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L’assalto delle toghe rosse ha nascosto un problema che comunque rimane: il governo non sta facendo quello che aveva promesso.
Immigrazione: Basta con l’Inettitudine, Servono Azioni Decise e Non Accordi Inutili
Il Governo Italiano Deve Imparare da Trump e Imporre Dazi, Non Firmare Accordi che Portano Solo Più Migranti
Oggi, in un vertice a Palazzo Chigi su un’immigrazione ormai fuori controllo, abbiamo assistito alla solita litania di analisi senza sbocco da parte di un governo incapace. È stato fatto il punto sul dossier immigrazione, ma cosa ne è uscito? Solo chiacchiere e proposte deboli. Le intelligence ci dicono che l’improvviso picco di sbarchi è dovuto a un vuoto di potere in Tripolitania, dove milizie senza scrupoli hanno sfruttato l’occasione per far partire migliaia di barconi in pochi giorni. Ma questa è solo la punta dell’iceberg di una politica fallimentare.
Perché mentre il mare si alza e gli sbarchi diminuiscono temporaneamente, i nostri governanti pensano di risolvere il problema con “interlocuzioni”? Interlocuzioni con Bangladesh e Pakistan, i paesi da cui proviene la maggior parte degli immigrati quest’anno. Ma cosa significa? Più immigrati regolari, come quelli che già infestano Monfalcone, dove addirittura si propone di chiudere le scuole per il Ramadan! Ridicolo!
Non servono accordi con paesi che, per nostra tradizione di governi incapaci, ci farebbero solo arrivare più migranti legali. Gli accordi internazionali sono stati sempre usati come scusa per ammorbidire le politiche di controllo, non per rafforzarle. Basta! La soluzione è semplice: minacciare dazi, come ha fatto Donald Trump con la Colombia. Se si minaccia l’economia di questi paesi, vedrete come cambiano le loro priorità.
E per quanto riguarda la Libia, che ha mandato clandestini per ritorsione alla vicenda Al Masri, è ora di passare dalle parole ai fatti. Abbiamo promesso un blocco navale, quindi inviamo le nostre navi militari sottocosta. Se i porti libici sono in mano a milizie, quei porti ce li riprendiamo noi. La Libia non esiste come Stato, è un caos di fazioni e tribù. È tempo di imporre l’ordine, non di scambiarsi inutili promesse.
Non possiamo più permetterci di essere il bidone dei rifiuti dell’Europa. Basta con i governi che si piegano alle richieste di chi ci calpesta. Servono azioni decisive, non dialogo con chi ci invade. È ora di fare come Trump: dazi, blocco navale, e riprendere il controllo delle nostre frontiere. Altrimenti, continueremo a vedere le nostre città cambiare faccia, le nostre scuole chiudersi per rispettare culture che non sono le nostre, e i nostri cittadini vivere nella paura e nel disordine.
Chi decide queste cose lo incontri nelle cene chic romane ma anche milanesi, basterebbe imbucarsi con del botulino da spargere sulle portate e lasciare che la natura faccia il suo corso…