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I Voli di Stato di Lo Voi: Quando i Magistrati Si Vendicano sui Cittadini

Il caso dei voli di Stato di Francesco Lo Voi, procuratore capo di Roma, mette in luce una realtà allarmante e intollerabile nel nostro sistema giudiziario: la capacità dei magistrati di vendicarsi sui cittadini per questioni personali, sapendo che saranno giudicati da loro pari. Lo Voi, in passato, aveva chiesto di utilizzare un aereo dei servizi segreti per i suoi spostamenti da Roma a Palermo, una richiesta che il sottosegretario Alfredo Mantovano aveva giustamente respinto per i costi esorbitanti, che ammontano ad almeno 13mila euro per viaggio.

Questo episodio non è solo una questione di spesa pubblica, ma rivela un abuso di potere potenzialmente vendicativo. Lo Voi, dopo aver visto negata la sua richiesta, ha successivamente emesso avvisi di garanzia nei confronti della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, del sottosegretario Mantovano, e dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi. Coincidenza? O questa è una vendetta giudiziaria contro chi ha osato dirgli di no?

La cosa più inquietante è che, in un sistema dove i magistrati giudicano altri magistrati, questo tipo di vendette personali diventa non solo possibile, ma quasi garantito dall’impunità. Come possiamo fidarci di un sistema dove chi dovrebbe essere il garante della giustizia può usare il suo potere per regolare conti personali? È un meccanismo perverso che mina alla base la fiducia dei cittadini nella giustizia.

L’Italia non può tollerare che i suoi rappresentanti della legge abbiano la possibilità di vendicarsi contro chi li ha contrastati, soprattutto quando si tratta di decisioni che riguardano l’uso dei fondi pubblici. La negazione del volo di Stato a Lo Voi, per quanto possa averlo irritato, è stata una decisione legittima e responsabile, volta a evitare uno spreco di risorse pubbliche. Ma la reazione, sebbene non provata, sembra più una rappresaglia che un atto di giustizia.

Il caso Lo Voi non è solo un esempio di come la giustizia possa essere manipolata per vendette personali, ma anche di come il potere giudiziario possa essere percepito come un’entità separata, quasi autonoma, che non risponde ai cittadini ma ai suoi stessi interessi. È intollerabile che la giustizia possa essere usata come arma contro chi ha fatto semplicemente il proprio dovere.

È urgente riformare il sistema per garantire che i magistrati non possano agire impunemente contro chiunque li abbia contrariati. Abbiamo bisogno di controlli e contrappesi reali, di una giustizia che non sia un club chiuso dove ci si giudica tra pari con il rischio di coprire abusi e vendette. I cittadini meritano un sistema giudiziario che agisca con equità e trasparenza, non uno che permetta a chi dovrebbe amministrare la legge di piegarla per questioni personali.