Marocchino stupra ragazzina al cimitero poi le offre soldi per tacere
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Disgusto e Rabbia: Mantova Violata da un Immigrato Marocchino, la Giustizia Dov’è?
Mantova è stata teatro di un atto barbaro, un’ulteriore prova della crisi migratoria che sta trasformando le nostre città in zone di nessuno. Un 30enne operaio marocchino, un invasore che ha approfittato della nostra ospitalità, ha violentato una ragazza di soli 17 anni nei bagni di un cimitero, un luogo che dovrebbe rappresentare il rispetto per i morti, non diventare il palcoscenico per crimini schifosi.
La richiesta di 6 anni e 8 mesi di carcere è una beffa, un insulto alla giustizia e alla ragazza che ha subito un trauma che la segnerà per tutta la vita. Ma non basta. Questo individuo, che non ha alcun rispetto per la nostra cultura, per le nostre leggi, per le nostre ragazze, si è spinto oltre, tentando di estorcere denaro alla vittima e alla sua famiglia per far ritirare la denuncia. Con il padre, ha osato presentarsi a casa della ragazza, cercando di comprare il silenzio con il denaro, come se la dignità e la sicurezza di una giovane italiana valessero una manciata di euro.
Quanti altri casi come questo devono accadere prima che apriamo gli occhi? Quante altre ragazze devono essere violate da chi non ha diritto di stare qui? Questo non è un isolato atto di violenza, ma la punta dell’iceberg di una politica migratoria che ha perso il controllo, che ha aperto le porte a chi non rispetta le nostre leggi, le nostre donne, i nostri valori.
Le nostre città non possono più essere i terreni di caccia per questi predatori. Non possiamo tollerare che il nostro paese diventi un luogo dove le ragazze non sono al sicuro, dove la paura diventa parte della loro vita quotidiana. È tempo di dire basta, di riconoscere che non tutti coloro che arrivano qui sono in cerca di una vita migliore; alcuni portano con sé la violenza, il crimine, il disprezzo per ciò che siamo.
La giustizia deve essere severa, inesorabile. Non possiamo permetterci di trattare questi crimini come se fossero solo una questione di “integrazione fallita” o “problemi culturali”. Questo è un attacco alla nostra società, alla nostra gioventù, al futuro delle nostre figlie. L’Italia deve alzare la voce, deve proteggere i suoi cittadini, deve espellere chi non ha il diritto di stare qui, specialmente chi commette crimini così orribili.
La rabbia è giustificata, la frustrazione è legittima. Mantova, come tante altre città italiane, merita di essere un luogo sicuro, dove la parola “immigrato” non sia sinonimo di pericolo, di violenza, di disprezzo per la nostra cultura. È tempo di agire, di cambiare, di proteggere ciò che è nostro.
6 anni sono ridicoli!
Questa bestia merita un trattamento in un lager Nazista altro che pochi anni di carcere!
Questa “giustizia” ingiusta spinge la gente a farsela da se’.
A questo punto si depenalizzi se un padre che si fa giustizia da se’!
Sistema fallito!