Toghe rosse giustificano i minori stranieri che ci vogliono uccidere: sono poveri e matti
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Non c’è più tempo per giustificazioni o scuse. La giudice minorile Ortolan, con un candore che rasenta l’assurdità, cerca di spiegare l’inevitabile: i minorenni stranieri, che rappresentano solo il 12% della popolazione minorenne in Italia, sono però più della metà nei ruoli di udienza. Ma che ci importa delle loro condizioni socioeconomiche? Come se i ragazzi italiani in condizioni simili fossero diventati criminali seriali!
Sebbene cerchi di giustificarli per la condizione socioeconomica (come se non ci fossero ragazzi italiani nella medesima situazione), la giudice minorile Ortolan conferma che i minorenni stranieri “nei ruoli di udienza sono più della metà”
N.B. Ricordo ai dem che i minorenni… pic.twitter.com/Xo3R2aqCFL
— Francesca Totolo (@fratotolo2) February 3, 2025
La verità è nuda e cruda: questi minorenni stranieri di seconda generazione, cresciuti qui, nutriti e educati con i nostri soldi, ripagano la nostra ospitalità con violenza e crimine. Uccidono, stuprano, e noi, gente perbene, dovremmo stare a sentire le loro giustificazioni? No. Le motivazioni non ci interessano. Il fatto è che uccidono e stuprano, e questo è intollerabile.
L’Italia non può più permettersi di essere il campo giochi per delinquenti di seconda generazione. La nostra società è sotto attacco, e non possiamo più accettare che i nostri figli, le nostre donne, siano in pericolo per colpa di chi non ha rispetto per la nostra cultura, le nostre leggi, la nostra gente.
La giudice Ortolan può anche cercare di dipingere questi giovani criminali come vittime del sistema, ma la realtà è che sono loro i carnefici. Ecco perché la soluzione non è discutere, non è integrare, ma una sola parola: #REMIGRAZIONE.
Non possiamo più tollerare che chi è nato o cresciuto qui, beneficiando della nostra generosità, si trasformi in un pericolo pubblico. Non basta più parlare di integrazione o educazione. È il momento di agire, di prendere misure drastiche. Chi delinque deve essere rimosso, senza se e senza ma. I diritti umani non possono essere una scusa per permettere che il nostro paese diventi un inferno per i suoi stessi cittadini.
È ora di dire basta ai buonisti, ai politici che vedono solo i voti e non la sicurezza. È ora di proteggere gli italiani, di garantire che le nostre strade, le nostre scuole, i nostri quartieri non siano più luoghi di terrore. Remigrazione non è una parola forte, è una necessità. È la nostra unica via di uscita da questo incubo che ci siamo autoimposti con la nostra ingenuità.
Non possiamo più permetterci di essere i “buoni” se questo significa diventare vittime della nostra stessa compiacenza. La sicurezza prima di tutto. #REMIGRAZIONE.
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