A scuola col burqa le studentesse islamiche a Monfalcone
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Monfalcone, Friulistan – Un episodio che getta luce sulla perniciosa realtĂ dell’islamizzazione delle nostre scuole si è verificato all’istituto superiore Sandro Pertini di Monfalcone (Gorizia):
“Prima di entrare in classe alle 8 in una stanza appartata la referente per l’islam – rigorosamente femmine – dell’istituto superiore Sandro Pertini di Monfalcone (Gorizia) alza il velo nero e si sincera che a entrare a scuola sia l’allieva iscritta.”
E’ la prassi, illegale ma adottata, per le studentesse islamiche – molte bengalesi – che indossano il niqab (una sorta di burqa) a lezione.
Sono cinque presunta ragazze.
“Una soluzione non traumatica che garantisce la continuitĂ scolastica – che per la dirigente, Carmela Piraino, è il vero obiettivo delle istituzioni evitando che le ragazze lascino la scuola”, ma che in realtà è un chiaro segnale della resa dell’Italia di fronte all’imposizione islamica.
Questa è la scusa, l’ennesima ipocrisia dei burocrati rossi che piuttosto che affrontare il problema dell’islamizzazione, lasciano che le nostre istituzioni si pieghino a leggi straniere, in barba alla nostra cultura e alla nostra sovranitĂ . La pubblicazione di un articolo sul Piccolo dell’esperienza del Pertini ha scatenato le solite polemiche, ma la verità è che siamo di fronte a un’invasione culturale, una colonizzazione silenziosa.
Presenza da anni oggetto di scontro con l’amministrazione leghista del Comune, simbolo di una resistenza che non vuole vedere la nostra nazione trasformata in una succursale di paesi islamici. Dopo raffiche di comunicati, è stata convocata una conferenza d’emergenza a Monfalcone con i vertici regionali della Lega e l’ex sindaca, ora europarlamentare, Anna Maria Cisint, una delle poche voci di buon senso rimaste.
“Presenteremo con la massima urgenza una mozione e un progetto di legge regionale per vietare l’utilizzo del niqab nei luoghi pubblici, a partire dalle scuole” ha annunciato Marco Dreosto, senatore e segretario Lega Fvg. Non è solo una questione di sicurezza, ma di dignitĂ , di non permettere che le donne siano costrette alla sottomissione sotto il pretesto della “fede”.
L’unico modo per fermare questa follia, questo scempio culturale, è chiudere completamente le porte all’immigrazione islamica, anche quella regolare. Le scuse dei burocrati rossi, che parlano di “libertĂ ” e “autodeterminazione” delle donne, sono una beffa quando permettono che le bambine siano costrette a coprirsi completamente, violando le nostre leggi, in nome di un’integrazione che esiste solo nelle loro fantasie ideologiche.
Il pensiero corre a paesi che hanno avuto il coraggio di dire basta, come la Svizzera e la Danimarca, e alla Lombardia, dove “esistono giĂ norme specifiche”. L’obiettivo finale deve essere far diventare il divieto un indirizzo comunitario.
E proprio in Lombardia, in Consiglio regionale a Milano si è discusso aspramente su due mozioni, una della Lega che chiede di vietare l’uso del velo come il burqa o il niqab negli edifici pubblici, e una del Pd che, con la sua solita miopia ideologica, ribadisce “che nessuno può imporre alle donne come vestirsi”, ignorando che qui non si tratta di moda ma di oppressione culturale.
La scorsa settimana, il Carroccio ha presentato una proposta di legge e un’interrogazione al Parlamento europeo sempre sullo stesso tema. In particolare, la pdl vieta di indossare indumenti “atti a celare il volto, come nel caso del burqa o del niqab”, non solo per motivi di ordine pubblico ma per il rispetto della dignitĂ della donna, con pene severe.
Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha liquidato la mozione leghista come “una delle tante, piccole, inutili polemiche politiche”. “I problemi non sono qui, sono altri – ha aggiunto – Il problema è parlare di un’immigrazione che oggettivamente serve”.
Ma questa è solo l’ennesima scusa per non affrontare il vero problema: l’islamizzazione dell’Italia. La soluzione è chiara: fermare l’immigrazione islamica, perchĂ© l’integrazione senza rispetto per le nostre leggi e la nostra cultura è solo un’utopia distruttiva.
No, hanno fame di cazzo come tutte le loro correligionarie: la smetteranno da sole di fare la perfetta strafiga baluba, almeno quelle chiavabili, almeno quelle che non vogliono sposare il cugino che piace ai padre… si facesse chiavare lui nel culo, visto che lo apprezza!
…da ex insegnante dovrei fidarmi del bollino di certificazione di identitĂ che la islam-referente della scuola (figura non istituzionale e non prevista) rilascia all’ingresso? MI sarei rifiutato di interrogare la giovane simil-mummia se non verificata da me medesimo e ancor piĂą di farle fare pratica di laboratorio nel caso fosse prevista. Per evitare che le ragazze lascino la scuola… afferma. la dirigente burocrate…e che la lascino! Qui se si usa il fioretto contro chi usa la clava non si può uscire che sconfitti specie con certa gente che scambia la nostra gentilezza per arrendevolezza.
https://documenti.camera.it/_dati/leg16/lavori/stampati/html/relazioni/16PDL0025270.html
Questa Legge del 1977 ma ancora valida visto che parla di multe in euro non frutto di conversione dalla vecchia Lira, dice che esplicitamente E’ VIETATO dissimulare il volto con burqa, niqab e sacchi della spazzatura neri: quale parte della Legge non capiscono queste teste di cazzo, quella che dice “ANDATEVENE AFFANCULO AL PAESE VOSTRO”?