Elettori di sinistra manfifestano a favore delle FOIBE
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Bologna, gli antifascisti dei centri sociali e dei collettivi studenteschi hanno sfilato contro il #GiornoDelRicordo con le bandiere titine, facendo apologia dei partigiani jugoslavi che ammazzarono donne, bambini e civili solo perché erano italiani.#Foibe #10febbraio pic.twitter.com/O3k4ZT9DNe
— Francesca Totolo (@fratotolo2) February 9, 2025
Torino, Sfregio Davanti alla Targa in Memoria dell’Esodo Istriano: “Oltraggio all’Intera Nazione”
Nella notte, a Torino, un vile atto di vandalismo ha colpito la targa in memoria dell’esodo istriano, un oltraggio non solo alla memoria delle vittime delle foibe ma a tutta l’Italia. Solo poche ore prima, la città aveva visto sfilare un corteo pacifico e silenzioso, un atto di rispetto e commemorazione per le migliaia di italiani trucidati e costretti all’esodo dalle loro terre ancestrali.
Ma non si tratta di un episodio isolato; è la manifestazione di un odio che si perpetua attraverso le generazioni. A Bologna, gli “antifascisti” dei centri sociali e dei collettivi studenteschi, con il loro delirio ideologico, hanno sfidato il Giorno del Ricordo, trasformando una giornata di lutto e riflessione in un’occasione per esaltare i crimini del passato. Con bandiere titine sventolate in alto, questi cosiddetti “studenti rossi” hanno fatto apologia dei partigiani jugoslavi, gli stessi che hanno perpetrato il genocidio degli italiani, massacrandoli senza distinzione di età o sesso, solo perché italiani.
È un’amara ironia che oggi, gli eredi di quegli stessi carnefici, si facciano paladini di un’ideologia che, sotto la maschera dell’antifascismo, promuove un’agenda che mira a distruggere l’identità nazionale italiana attraverso l’immigrazione massiccia. Questi “rossi” moderni, che osano accusare il Giorno del Ricordo di essere uno strumento fascista, in realtà sono i continuatori di una politica che ha già tentato di cancellare la nostra storia e il nostro popolo una volta.
L’atto di vandalismo a Torino non è solo un attacco fisico a una targa commemorativa; è un simbolo del tentativo di riscrivere la storia, di negare il dolore di chi ha perso tutto, di chi ha visto i propri cari gettati nelle cavità carsiche solo per la loro italianità. È un insulto a chi ha sofferto e a chi continua a ricordare, affinché tali atrocità non si ripetano.
È evidente che per questi gruppi, il ricordo delle foibe e dell’esodo istriano non rappresenta un monito contro l’odio etnico ma un’occasione per riaccendere vecchie fiamme di odio, ora travestite da “antifascismo”. La loro protesta non è contro un’ideologia passata, ma contro l’Italia stessa, contro la nostra identità, contro la nostra memoria collettiva.
Oggi, come ieri, dobbiamo opporci a questa narrativa distorta. Dobbiamo ricordare e onorare le vittime delle foibe non solo per il loro sacrificio ma per vigilare contro chi, nel presente, tenta di usare l’immigrazione come un’arma di cancellazione culturale. L’Italia deve rimanere vigile, deve proteggere la sua storia, la sua cultura, e soprattutto, la sua gente.
L’oltraggio a Torino è un richiamo all’azione per tutti gli italiani: non possiamo permettere che il nostro ricordo, la nostra identità, venga calpestata da chi, con la stessa ideologia di ieri, cerca oggi di portare avanti il genocidio culturale del nostro Paese.
Questi ragazzotti sarebbero classificati come “teste di cazzo” per il solo fatto che si professano di sinistra ma vedo che si impegnano veramente per sembrare delle merde ancora più grandi dei loro antenati parmigiani e sessantottini.
Segnatevi pure questa, domani vi servirà…