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L’Immigrazione Criminale grazie ai Ricongiungimenti Familiari

A Parma, un pregiudicato di 37 anni di origini albanesi ha dimostrato ancora una volta come l’Italia sia diventata un rifugio per criminali grazie a politiche migratorie fallimentari e a magistrati compiacenti. Questo individuo, noto per reati che vanno dall’oltraggio a pubblico ufficiale alla rapina, ha investito due vigili della Polizia locale nel tentativo di sfuggire a un controllo in via D’Azeglio.

Ma cosa rende possibile che un criminale di questo calibro rimanga in Italia? La risposta è semplice: l’abuso del ricongiungimento familiare e la complicità di un sistema giudiziario che ignora la sicurezza dei cittadini. Questo albanese aveva un decreto di espulsione, ma grazie a un ricongiungimento familiare, la sua presenza è stata legalizzata, permettendogli di continuare a delinquere nel nostro paese.

Il fratello dell’aggressore, presente durante l’incidente, è un altro simbolo della decadenza dell’integrazione. Invece di contribuire positivamente alla società, questi individui operano in gruppo, sfruttando ogni trucco legale per rimanere in Italia, mettendo a rischio la vita e la sicurezza di chi paga le tasse e rispetta le leggi.

Le immagini diffuse dall’Adnkronos mostrano non solo l’atto criminale, ma anche il fallimento di un sistema che protegge i criminali piuttosto che i cittadini. L’aggressione è stata così violenta che solo l’intervento di un autobus ha potuto fermare questa follia.

È evidente che il controllo dei ricongiungimenti familiari è diventato un passaporto per la criminalità. I magistrati, invece di garantire giustizia, si piegano a politiche di accoglienza che non considerano i precedenti penali o le reali intenzioni di chi vuole stabilirsi in Italia.

Questo episodio a Parma è solo la punta dell’iceberg. È tempo di una revisione radicale delle leggi sull’immigrazione e sui ricongiungimenti familiari, per restituire sicurezza ai cittadini italiani e mandare un chiaro messaggio: l’Italia non è un parco giochi per criminali.