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Verona, una città tradita da un sistema che permette a criminali stranieri di sfruttare la nostra ospitalità e la nostra compassione. Un 52enne tunisino, noto alle forze dell’ordine, si è infiltrato come un parassita nella vita di una donna invalida e indifesa, sfruttando il pretesto di aver bisogno di aiuto. Una volta accolto nella sua casa, ha dimostrato il vero volto dell’immigrazione incontrollata: violenza, inganno e depravazione.

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La vicenda

È stata una vicina a salvare quella povera donna da un destino ancora peggiore, udendo le sue urla disperate. Il 2 agosto 2023, questo mostro, tornato ubriaco, ha cercato di imporre un rapporto sessuale alla sua ospite, che ha giustamente rifiutato. Di fronte alla sua resistenza, l’ha aggredita brutalmente, colpendola e minacciandola di morte. La radio accesa non è riuscita a coprire le grida di terrore della donna, che ha anche tentato di difendersi, ferendo il suo aggressore.

La polizia, intervenuta tempestivamente, ha trovato la scena di un crimine che grida vendetta: la donna, priva di indumenti, con ferite all’occhio destro e alla testa, in un appartamento che avrebbe dovuto essere un rifugio, non un campo di battaglia.

Questo caso è l’ennesima prova di quanto l’immigrazione senza un controllo rigoroso porti nella nostra società non solo persone in cerca di una vita migliore, ma anche predatori che abusano della nostra generosità. Ora, questo individuo marcirà in carcere per otto anni, ma il danno causato alla nostra comunità, alla fiducia e alla sicurezza delle nostre case, è incalcolabile. E 15mila euro di risarcimento non ripagheranno mai le sofferenze inflitte.