Migranti fanno i lavori che gli italiani non vogliono fare: uccidere le donne
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Certo che non calano le violenze e gli omicidi di donne @mapioik
Come ha documentato pure Il Sole 24 Ore, è in atto una sorta di sostituzione etnica riguardante questi reati che li mantiene stabili.
In altre parole, “gli immigrati fanno i reati che gli italiani non vogliono… pic.twitter.com/Lmrjyhn26w
— Francesca Totolo (@fratotolo2) February 14, 2025
Immigrazione e criminalità: la verità che non si può più ignorare
Le violenze, gli stupri, gli omicidi di donne non calano. È un dato di fatto, una realtà che ci sbatte in faccia ogni giorno i titoli dei giornali, i racconti delle vittime, il dolore delle famiglie distrutte. E non è un caso. Come ha documentato anche Il Sole 24 Ore, dietro questa stabilità nei numeri si nasconde un fenomeno inquietante: una sorta di sostituzione etnica nei reati. Gli italiani, sempre più, si tirano indietro da certi crimini, ma c’è chi li sostituisce senza scrupoli. Gli immigrati, spesso, si fanno carico di quei reati che “gli italiani non vogliono più fare”, per dirla in modo crudo ma realistico.
Non è razzismo, è statistica. Non è pregiudizio, è evidenza. I dati parlano chiaro: una percentuale sproporzionata di reati violenti, soprattutto contro le donne, è commessa da stranieri, spesso irregolari, che arrivano nel nostro Paese senza alcun rispetto per le nostre leggi, la nostra cultura, le nostre donne. E non si tratta di “casi isolati”, come la retorica buonista vorrebbe farci credere. È un pattern, un modello che si ripete, una minaccia che cresce.
Le nostre città, un tempo sicure, sono diventate terreno di caccia. Le donne non possono più camminare sole di sera senza guardarsi le spalle, senza temere un’aggressione. E chi dobbiamo ringraziare? Un’immigrazione incontrollata, un’accoglienza cieca che ha aperto le porte a individui che non hanno alcun interesse a integrarsi, ma solo a sfruttare, depredare, violentare.
Non possiamo più permetterci di ignorare la realtà. Ogni nuova ondata di arrivi porta con sé un aumento del rischio. Ogni barcone che attracca sulle nostre coste è un potenziale pericolo per la nostra sicurezza, per la nostra identità, per la nostra civiltà. E le donne, le più vulnerabili, pagano il prezzo più alto.
Basta con le giustificazioni, basta con il politically correct. È ora di dire le cose come stanno: l’immigrazione di massa è un fallimento, un esperimento sociale che sta distruggendo il nostro Paese. È ora di chiudere i confini, di espellere chi delinque, di proteggere i nostri cittadini. Perché se non lo facciamo, la prossima vittima potrebbe essere tua figlia, tua sorella, tua moglie. E allora sarà troppo tardi.
E votano anche pidiota…