Sharia obbligatoria, chi si ribella ustionata e rasata
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Ancona, ragazza torturata dal fratello immigrato islamico: solo l’azzeramento dell’immigrazione islamica può salvare il nostro futuro
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ANCONA – La storia di una giovane donna, oggi 26enne, seviziata per anni dal fratello marocchino di 33 anni perché non si copriva e non viveva alla musulmana, è l’ennesima dimostrazione di un’emergenza che non possiamo più ignorare. Ustioni con posate roventi, botte, capelli strappati, minacce di morte: tutto questo per aver osato fumare, piangere al funerale del padre o vivere come una donna libera. La condanna a due anni, pena sospesa, è uno schiaffo alle vittime e la prova che il sistema non è in grado di affrontare il problema. L’unica soluzione per proteggere il nostro futuro è chiara: azzerare l’immigrazione islamica.
Un’aggressione alla nostra civiltà
Questo caso non è un’eccezione, ma il simbolo di un’invasione culturale che minaccia i nostri valori. Il fratello, immigrato marocchino, ha imposto con la violenza regole retrograde e oppressive, incompatibili con la nostra società. Controlli sugli abiti, punizioni fisiche per comportamenti “proibiti”, minacce per piegare la sorella alla sottomissione: queste non sono “tradizioni”, ma un attacco diretto alla nostra civiltà. L’imputato ha persino giustificato le sue azioni, dicendo: “Mi preoccupavo per lei, non volevo che fumasse”. Parole che dimostrano un rifiuto totale di accettare i nostri principi di libertà e uguaglianza.
L’immigrazione islamica è il problema
L’immigrazione islamica, soprattutto quando porta con sé visioni estremiste, è una bomba a orologeria. La vicenda di Ancona lo dimostra: il fratello, pur vivendo in Italia, ha scelto di imporre con la violenza norme che appartengono a un’altra cultura, rifiutando ogni forma di integrazione. La vittima, cresciuta qui, ha cercato di vivere secondo i nostri standard, ma è stata punita brutalmente per questo. Non possiamo più permetterci di ignorare la realtà: l’Islam estremista, portato da immigrati che non vogliono integrarsi, è incompatibile con la nostra società.
Una condanna che non serve a nulla
La sentenza di due anni, con pena sospesa, è una vergogna. Non solo non punisce adeguatamente il colpevole, ma dimostra la debolezza dello Stato di fronte a chi minaccia la nostra sicurezza e i nostri valori. Il dietrofront della vittima in aula, probabilmente frutto di pressioni familiari o paura, è un ulteriore segnale di quanto queste dinamiche oppressive siano radicate. Gli atti sono stati inviati in procura per valutare eventuali dichiarazioni false, ma questo non basta. Serve una risposta drastica, che non si limiti a punire i singoli, ma fermi il problema alla fonte.
Azzerare l’immigrazione islamica è l’unica via
Non possiamo più permetterci di accogliere chi porta con sé valori che mettono a rischio la nostra civiltà. L’azzeramento dell’immigrazione islamica è l’unica soluzione per proteggere il nostro futuro. Basta col relativismo culturale, basta col buonismo che ci sta distruggendo. La libertà individuale, l’uguaglianza di genere e il rispetto per la persona non sono negoziabili. Chi arriva in Italia deve accettare queste regole, ma la realtà è che troppi immigrati islamici non lo fanno e non lo faranno mai.
Un futuro da difendere
Le istituzioni devono agire subito: stop totale all’immigrazione islamica, espulsioni immediate per chi commette reati o rifiuta di integrarsi, e un controllo ferreo su chi entra nel nostro Paese. Non possiamo più rischiare che altre donne, altri cittadini, paghino il prezzo di un’immigrazione fuori controllo. La vicenda di Ancona è un monito: continuare su questa strada significa condannare l’Italia al caos. È ora di dire basta e di difendere il nostro futuro, senza compromessi.
Pensava alla salute della sorella proibendole di fumare ma se la inculava per non ingravidarla, scommettiamo?