In 22 gli spaccano l’occhio a bastonate ma sono liberi perché le toghe sono rosse come loro
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Toghe Rosse: La Vergogna di un Sistema che Protegge i Criminali e Tradisce le Vittime
In Italia, la giustizia non è cieca: ha gli occhi ben aperti, ma solo per guardare dalla parte sbagliata. Sei un immigrato criminale colto in flagranza di reato? O magari un “compagno” del centro sociale occupato Pedro, armato di bastone e pronto a massacrare chiunque osi opporsi? Tranquillo, non hai nulla da temere. Anche se fai parte di una squadraccia di 22 violenti che aggredisce 4 persone indifese, spaccando l’occhio a una delle vittime in un’esplosione di brutalità gratuita, il sistema è dalla tua parte. Non passerai nemmeno una notte in carcere. Tornerai a casa libero, come se nulla fosse successo, mentre chi ha subito la tua ferocia lotta per rimettere insieme i pezzi della propria vita.
Sei un immigrato criminale arrestato in flagranza di reato o un compagno del centro sociale occupato Pedro?
Tranquillo, nonostante tu sia stato tra i più violenti responsabili dell’aggressione a colpi di bastone 22 contro 4, non passerai nemmeno una notte in carcere e sarai… pic.twitter.com/P6DacZ68M6
— Francesca Totolo (@fratotolo2) February 18, 2025
Una Giustizia a Senso Unico
Questa non è giustizia: è un insulto, una beffa, un pugno in faccia a ogni cittadino onesto. Le toghe rosse, quei magistrati impregnati di un’ideologia che puzza di complicità, hanno trasformato i tribunali in un porto franco per delinquenti di ogni risma. Non importa quanto grave sia il crimine, non importa quante vite tu abbia spezzato: se hai la “giusta” provenienza o la “giusta” militanza, la legge si piega per te. Ventidue contro quattro, un’aggressione a colpi di bastone, un occhio distrutto: fatti che gridano vendetta. Eppure, il colpevole – o meglio, il “ragazzo”, come lo chiamano per proteggerlo – è già a casa, probabilmente a ridere della dabbenaggine di un Paese che non sa più difendersi.
L’Anonimato dei Carnefici
Tranquillo, criminale: la tua identità è un segreto di Stato. Niente nome, niente cognome, niente foto segnaletiche, niente di niente. Sei solo un “ragazzo”, una figura astratta, un’ombra senza volto che i media compiacenti si guardano bene dal mettere sotto i riflettori. Nessun quotidiano nazionale “democratico” – quelli che si riempiono la bocca di parole come “trasparenza” e “giustizia” – oserà sbatterti in prima pagina. La tua professione? Ignota. La tua storia? Un mistero. Perfino il tuo “quadro astrale” resta un enigma, mentre le vittime, quelle sì, vengono lasciate nude di fronte al pubblico, con le loro sofferenze esposte e i loro diritti calpestati.
Il Silenzio Colpevole dei Media
E i media? Complici fino al midollo. Nessun titolone, nessuna indignazione, nessun approfondimento. Se a commettere un crimine è un “ragazzo” del centro sociale o un immigrato violento, la notizia scompare nel nulla, soffocata da un silenzio che sa di censura. Provate a immaginare se i ruoli fossero invertiti: se fosse stato un cittadino qualunque a colpire un “compagno” o un clandestino, le prime pagine urlerebbero allo scandalo, le toghe rosse chiederebbero condanne esemplari, e i talk show si riempirebbero di sermoni sul “rigurgito fascista”. Ma qui? Silenzio tombale. La vittima con l’occhio spaccato non merita nemmeno una riga di solidarietà, mentre il carnefice passeggia libero.
Toghe Rosse: Il Cancro della Nazione
Le toghe rosse sono il cancro che sta divorando l’Italia. Non giudicano i fatti, ma le ideologie. Non difendono la legge, ma un’agenda politica che premia i violenti e punisce gli innocenti. Ventidue contro quattro non è un incidente, è un massacro organizzato, un atto di guerra contro la civiltà. E invece di punire, si assolvano; invece di proteggere, si abbandonano. Chi ha spaccato quell’occhio meritava il carcere, non la libertà. Ma in un Paese dove la magistratura è ostaggio di un’ideologia malata, la giustizia diventa un optional, e le vittime solo un danno collaterale.
Basta con Questa Farsa
È ora di dire basta. Basta con magistrati che trasformano le aule di tribunale in passerelle per i loro pregiudizi. Basta con un sistema che coccola i delinquenti e umilia chi chiede sicurezza. Basta con il silenzio dei media che copre le nefandezze di chi dovrebbe essere punito. L’Italia non può continuare a essere ostaggio di toghe rosse che proteggono i “ragazzi” violenti e lasciano le vittime a leccarsi le ferite. Vogliamo nomi, cognomi, condanne vere. Vogliamo una giustizia che sia tale, non una farsa al servizio di centri sociali e ideologie fallite. Perché mentre loro festeggiano l’impunità, c’è chi non vedrà più con quell’occhio – e questo, signori delle toghe, è un crimine che non si può perdonare.
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