Vietare il burqa non basta: dobbiamo azzerare l’immigrazione islamica

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By V febbraio 18, 2025 23:25

Vietare il burqa non basta: dobbiamo azzerare l’immigrazione islamica

Italia sotto assedio islamico: stop all’islamizzazione, azzeriamo l’immigrazione islamica regolare ora!
L’Italia non è più nostra. Da nord a sud, le nostre città stanno cadendo sotto il giogo silenzioso ma inesorabile dell’islamizzazione, un’invasione che si nasconde dietro il velo dell’ipocrisia multiculturalista. La Lombardia ha dato un primo schiaffo a questa follia: il Consiglio regionale ha approvato una mozione che vieta burqa e niqab negli edifici pubblici e nelle scuole, estendendo un divieto voluto anni fa dall’amministrazione Maroni. Ma non facciamoci illusioni: un divieto regionale non salverà il Paese. L’unica soluzione per fermare questa marea che ci sta sommergendo è chiara, dura e ineludibile: azzerare l’immigrazione islamica regolare, chiudere i confini a chi porta con sé una cultura incompatibile con la nostra. L’integrazione è una bugia morta e sepolta, e chi ancora la difende è complice del nostro annientamento.

Silvia Scurati, consigliere della Lega e prima firmataria della mozione lombarda, ha messo il coltello nella piaga: “L’obbligo del velo imposto anche alle bambine non è accettabile”. Ha ragione da urlarlo: non è “tradizione”, è schiavitù. Non stiamo parlando di un diritto religioso, ma di un simbolo di oppressione che soffoca donne e ragazzine, incatenandole a una mentalità oscurantista che l’Italia non può e non deve tollerare. Guardiamoci intorno: Milano è un mosaico di ghetti islamici, quartieri come via Padova o Corvetto dove la legge italiana è un optional e i costumi sono un insulto alla nostra civiltà. E non è solo la Lombardia. Pensiamo a Torino, con le sue enclave di via Nizza, a Roma con Torpignattara, a Napoli con i vicoli del Vasto trasformati in suk nordafricani. L’Italia intera è sotto attacco, e i responsabili sono i flussi incessanti di immigrati musulmani che non si integrano, ma colonizzano.

Alessandro Corbetta, altro voce della Lega, ha aggiunto: “Non possiamo tollerare che pratiche che violano i diritti delle donne abbiano spazio in Italia”. È una verità che brucia. Qui, dove abbiamo lottato per secoli per la libertà femminile, vediamo bambine coperte da veli, donne ridotte a ombre senza identità, costrette a vivere come prigioniere in pieno 2025. E ci dicono che dovremmo accettarlo in nome della “diversità”? Basta con questa follia.
L’islamizzazione non è un’ipotesi, è un fatto: quartieri interi, da Genova a Palermo, sono diventati fortezze islamiche dove la sharia detta legge e la nostra cultura è un ricordo sbiadito. L’integrazione è un mito svenduto dalla sinistra per decenni, un esperimento fallito che ci ha regalato solo degrado, violenza e paura.

Romano La Russa, assessore lombardo alla sicurezza, ha rincarato la dose: “È una costante vedere donne e bambine coperte”. È un’immagine che fa rivoltare lo stomaco: bambine trasformate in fantasmi, donne umiliate da un patriarcato che non appartiene alla nostra storia. E ci chiedono di “integrarle”? No, non si integra chi ti considera un infedele da sottomettere, chi vuole sostituire la tua civiltà con una teocrazia arretrata. L’Islam non si piega, non si adatta, avanza. Lo vediamo a Bologna, dove le moschee abusive spuntano come funghi, a Firenze, dove i mercati islamici soffocano il centro storico, a Catania, dove i barconi scaricano ogni giorno nuovi colonizzatori. Questa non è casa loro, è casa nostra, e stiamo lasciando che ce la rubino.

La mozione lombarda è un grido di battaglia, ma non basta. Vietare burqa e niqab è un simbolo necessario, un segnale di resistenza, ma il vero nodo è alla radice: l’immigrazione islamica regolare che continua a inondare l’Italia di persone che non hanno alcuna intenzione di vivere secondo i nostri valori. Da Lampedusa a Trieste, il copione è lo stesso: arrivi, ghetti, imposizioni. E ogni nuovo ingresso è un passo verso la fine della nostra identità. L’unica cura è drastica: stop totale all’immigrazione islamica, niente più visti, niente permessi, niente ricongiungimenti familiari. Ogni musulmano che mettiamo piede qui è un rischio che non possiamo permetterci, un mattone in più nei muri delle nostre città trasformate in medine.

Non è questione di “tolleranza”, è questione di sopravvivenza. L’Islam non è compatibile con l’Italia, con l’Occidente, con la modernità. Lo dimostrano i fatti: dalle preghiere in strada che bloccano le città alle violenze contro chi non si adegua, dai veli imposti alle bambine alla prepotenza di chi ci vede come terra da conquistare. Chi ancora parla di integrazione è cieco o venduto. L’Italia deve svegliarsi: il governo smetta di genuflettersi al politicamente corretto e chiuda i rubinetti dell’immigrazione islamica, ora e per sempre. Non vogliamo ghetti, non vogliamo sharia, non vogliamo burqa. Vogliamo la nostra Italia indietro, da Bolzano a Trapani, libera dall’Islam e dalla sua ombra. Azzerare l’immigrazione islamica regolare non è un’opzione, è l’unico modo per salvarci. Fuori l’Islam dalle nostre vite, prima che ci seppellisca tutti.

Vietare il burqa non basta: dobbiamo azzerare l’immigrazione islamica ultima modifica: 2025-02-18T23:25:07+00:00 da V
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By V febbraio 18, 2025 23:25
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1 Comment

  1. Ul Gigi da Viganell febbraio 19, 10:43

    Com’ è andata a finire con la storia degli smartphone col riconoscimento facciale bloccato dal burqa?
    Se lo tolgono per fare le stupide come le loro sorelle occidentali e sprecare il loro tempo sui social quindi o le ammazzano di botte i loro padri e mariti oppure la smetteranno tutti di rompere il cazzo…

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