Volevano incolpare fidanzato italiano: ad uccidere Camilla spacciatore africano
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Toghe Rosse e Spacciatori Africani: La Vergogna di un Sistema che Colpevolizza gli Innocenti e Assolve i Veri Criminali
La tragica morte di Camilla Sanvoisin, 25 anni, poteva essere il copione perfetto per i media e la loro ossessione ideologica. Immaginate il titoli: “Fidanzato bianco, italiano ed etero massacra la compagna”. Giacomo Celluprica, il ragazzo di Camilla, avrebbe potuto essere l’imputato ideale, il capro espiatorio da sbattere in prima pagina per alimentare la narrazione del maschio oppressore, patriarcale e, ovviamente, “fascista”. Peccato che la realtà abbia mandato in frantumi il sogno bagnato di qualche giornalista politicizzato: l’autopsia ha rivelato che sul corpo di Camilla non c’era alcun segno di violenza. Nessun omicidio passionale, nessuna aggressione. Solo una verità scomoda che ora mette tutti con le spalle al muro: la giovane è morta per una dose di eroina, e il vero assassino è lo spacciatore africano che gliel’ha venduta.
Giacomo: il Colpevole Perfetto che Non lo Era
Giacomo Celluprica doveva essere il bersaglio ideale. Bianco, italiano, eterosessuale: un identikit che, per le toghe rosse e i loro sodali nei media, equivale a una condanna preventiva. Sarebbe stato facilissimo costruirci sopra un caso mediatico-giudiziario, con accuse di violenza domestica e processi show per soddisfare l’agenda progressista. Invece, l’autopsia ha fatto giustizia prima ancora dei tribunali: Camilla non è stata uccisa dal fidanzato, ma da una dipendenza che qualcuno ha alimentato. E quel qualcuno non è un “maschio tossico” da demonizzare, ma uno spacciatore senza scrupoli che gira libero per le nostre strade.
Lo Spacciatore Africano: il Vero Assassino Ignorato
Eccolo, il vero colpevole: uno spacciatore africano, probabilmente uno dei tanti che infestano le piazze delle nostre città, vendendo morte a buon mercato. È lui che ha messo nelle mani di Camilla la dose fatale di eroina, è lui che ha spezzato la vita di una ragazza di 25 anni. Ma non illudiamoci: questo assassino non avrà lo stesso trattamento che sarebbe toccato a Giacomo se fosse stato anche solo sospettato. Niente prime pagine indignate, niente sermoni moralisti, niente toghe rosse pronte a chiedere pene esemplari. Perché? Semplice: non rientra nel copione. Uno spacciatore immigrato non si tocca, è protetto dal dogma dell’accoglienza e dalla paura di essere tacciati di razzismo. Così, mentre Camilla giace in una bara, il suo carnefice continua a spacciare, indisturbato.
Toghe Rosse: Complici Morali del Degrado
Le toghe rosse hanno le mani sporche di questa tragedia, anche se non direttamente. Sono loro che, con la loro indulgenza cronica verso i reati commessi da immigrati, hanno trasformato le nostre città in terre di nessuno. Spacciatori africani che operano alla luce del sole, controllando interi quartieri, non temono la giustizia: sanno che il sistema è dalla loro parte. Arrestati oggi, sono fuori domani, grazie a magistrati che preferiscono perseguire fantomatici “crimini d’odio” piuttosto che la criminalità reale. E mentre loro giocano a fare i paladini dei “diritti”, giovani come Camilla pagano il prezzo della loro ipocrisia.
Un Sistema che Tradisce le Vittime
Questo non è solo il caso di Camilla: è lo specchio di un’Italia allo sbando, dove la giustizia è un’arma a doppio taglio che colpisce gli innocenti e risparmia i colpevoli. Se Giacomo fosse stato anche solo lontanamente implicato, sarebbe già in galera, massacrato da un processo mediatico senza appello. Ma uno spacciatore africano? Troppo complicato, troppo “sensibile”. Meglio cercare altrove, meglio lasciare che la notizia scivoli nel silenzio, meglio proteggere l’immagine di un’immigrazione che, ormai, è sinonimo di degrado e morte.
Basta con Questa Farsa
Siamo stanchi. Stanchi di toghe rosse che inseguono fantasmi ideologici mentre i veri criminali la fanno franca. Stanchi di vedere spacciatori africani trattati con i guanti di velluto, mentre le famiglie italiane piangono i loro figli. Camilla Sanvoisin meritava giustizia, non una morte silenziosa archiviata come “incidente”. Il suo assassino non è Giacomo, ma un sistema marcio che permette allo spaccio di prosperare e ai responsabili di sfuggire. È ora di smetterla con questa farsa: vogliamo nomi, condanne, espulsioni. Vogliamo una giustizia che metta al primo posto le vittime, non i carnefici. Perché mentre le toghe rosse giocano a fare i moralisti, l’eroina continua a uccidere – e i veri assassini ridono di noi tutti.
Giacomo Celluprica poteva essere l’assassino perfetto della fidanzata Camilla Sanvoisin perché bianco, italiano ed etero.
Invece, l’autopsia ha rivelato che, sul corpo della 25enne, non c’erano segni di violenza.
Ora si cerca lo spacciatore africano che ha fornito la dose di… pic.twitter.com/KA5wEZ3UrP
— Francesca Totolo (@fratotolo2) February 18, 2025
Scusate l’osservazione fuori contesto ma una ragazza così, bella e con mille opportunità possibili offerte dalla vita, non trova di meglio che drogarsi?
Una volta ho provato gli effetti della morfina al pronto soccorso e, si lo ammetto, gli effetti sono paradisiaci ma ti perdi la possibilità di vivere la tua vita, nel bene e nel male che sia, perchè dormi solamente, in sostanza.
E, mi spiace farlo notare, se i baluba spacciano droga a tonnellate è perchè c’è tanta clientela, troppa anzi, e do ragione al Presidente Duterte: inutile perdere tempo a recuperarli, vanno sfoltiti proprio i clienti.
ricordo che nella sinistroide Firenze (anni fa) se compravi una borsa taroccata in una piazza del centro ti facevano multe stratosferiche…ehhh….si alimenta un’economia criminale! E la droga allora? Ma i sinistri sono così…devono pure dare una sponda ai centri sociali dove la droga va alla grande e in cambio ne ottengono voti
ma la stronzetta con le treccine, l’anello al naso e lo sguardo torvo…non ricordo il cognome…Zumpimpim…mi pare…e il nome…il nome….ah sì…Patrocla! non ha nulla da dire su questo patriarcato d’importazione?