Venti africani massacrano 15enni a Milano perché italiani – VIDEO
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IMMIGRATI DI SECONDA GENERAZIONE: BASTA RICONGIUNGIMENTI, BASTA VIOLENZA!
Milano, Arco della Pace: una banda di giovani immigrati di seconda generazione, feccia cresciuta tra le crepe di un’immigrazione incontrollata, ha trasformato una serata tranquilla in un incubo per un gruppo di ragazzini italiani di 15 anni. Accerchiati, pestati a calci e pugni, lasciati a terra come stracci da una ventina di questi delinquenti figli di un’integrazione fallita. Uno di loro è finito in ospedale con un trauma cranico, altri portano i segni di un’aggressione brutale che non dimenticheranno mai. E tutto questo sotto gli occhi di un’Italia che continua a inginocchiarsi davanti al mito del multiculturalismo, un’utopia schifosa che ci sta distruggendo.
La feccia di seconda generazione
Non sono “ragazzi difficili”, non sono “vittime del disagio”: sono bestie senza radici, nate qui ma estranee a tutto ciò che l’Italia rappresenta. Questi immigrati di seconda generazione non hanno assorbito nulla della nostra cultura, dei nostri valori, della nostra civiltà. Al contrario, sputano sul Paese che li ha accolti, lo violentano con la loro arroganza e lo umiliano con la loro violenza gratuita. All’Arco della Pace non c’era un motivo, non c’era una provocazione: c’era solo la loro voglia di distruggere, di colpire chi è più debole, di prendersi con la forza ciò che non gli appartiene. E noi stiamo ancora qui a chiederci come “integrarli”?
Una madre distrutta, un sindaco impotente
Una delle madri dei ragazzini pestati ha scritto una lettera al sindaco Beppe Sala, un simbolo vivente dell’inettitudine della sinistra buonista: “Io mi sento sconfitta sindaco. E lei? Lei lo sente il peso e la responsabilità di questa sconfitta?”. Parole che gridano rabbia e disperazione, mentre Sala e i suoi compari continuano a blaterare di accoglienza e diritti. Sconfitta lo è l’Italia intera, ostaggio di politiche scellerate che hanno aperto le porte a orde di parassiti e ai loro figli degenerati. Quel trauma cranico non è solo una ferita sul corpo di un ragazzo: è una ferita alla nostra dignità, alla nostra sicurezza, al nostro futuro.
Azzerare i ricongiungimenti familiari: ora!
Basta con i ricongiungimenti familiari, basta con questa follia che permette a migliaia di immigrati di portare qui le loro famiglie, scaricando sul nostro Paese il peso di generazioni incapaci di integrarsi e pronte a delinquere. Questi teppisti di seconda generazione sono la prova vivente che il sistema è marcio: nati qui, cresciuti qui, eppure nemici giurati di tutto ciò che siamo. Non abbiamo bisogno di altre bocche da sfamare, di altri criminali da mantenere, di altri branchi da temere. Azzeriamo subito i ricongiungimenti familiari, rimpatriamoli chi delinque e chi li ha generati, e riprendiamoci le nostre città prima che sia troppo tardi.
“Una banda di ragazzi di seconda generazione”
Milano, Arco della Pace, alcuni ragazzini di 15 anni sono stati aggrediti da una ventina di ragazzi di seconda generazione.
Dopo aver trascorso una serata in pizzeria, i ragazzini sono stati accerchiati e presi a calci e pugni…
pic.twitter.com/C81BKfWJhh— Francesca Totolo (@fratotolo2) February 19, 2025
L’Italia non è il loro parco giochi
Milano non può essere il terreno di caccia di questi selvaggi. I nostri figli non possono vivere nella paura di essere aggrediti da chi non ha alcun diritto di stare qui. L’immigrazione di seconda generazione è un cancro che va estirpato alla radice: non c’è dialogo, non c’è comprensione, c’è solo la necessità di una reazione durissima. Basta lacrime di madri, basta ospedali pieni di vittime innocenti, basta chiacchiere da salotto. Serve un muro, fisico e legale, contro questa invasione silenziosa che ci sta portando al collasso. Fuori i delinquenti, fuori i loro genitori, fuori tutti: l’Italia è nostra, e non la lasceremo in mano a questi mostri.
Ma se gli sbarchi non finiscono mai, come si può mai bloccare tutto questo?