La trascina in un casolare abbandonato e la stupra

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By V febbraio 21, 2025 15:12

La trascina in un casolare abbandonato e la stupra

Una sentenza giusta contro l’ennesimo crimine dell’immigrazione incontrollata
Finalmente una sentenza che sembra andare nella direzione della giustizia: sei anni e otto mesi di carcere per un giovane tunisino di 23 anni, colpevole di una brutale violenza sessuale ai danni di una giovane madre. Il Tribunale di Latina, con il giudice Giuseppe Cario, ha emesso una condanna persino più severa rispetto ai sei anni richiesti dal pubblico ministero Marco Giancristofaro. È un segnale raro, in un Paese dove troppo spesso i reati commessi da immigrati irregolari vengono trattati con incomprensibile indulgenza.

I fatti risalgono al novembre 2023, quando il responsabile, un senza fissa dimora di origine tunisina, ha avvicinato la vittima con un pretesto subdolo: offrirle un passaggio in motorino. La donna, una giovane madre che si trovava a piedi, ha accettato, forse mossa da un’ingenuità che in un mondo ideale non dovrebbe costare così caro. Invece, è stata condotta in uno stabile abbandonato e costretta a subire un rapporto sessuale completo. Solo la sua prontezza nel divincolarsi le ha permesso di sfuggire, vagando poi per ore in campagna prima di essere soccorsa e dare l’allarme al 112.

Questa vicenda è l’ennesima dimostrazione di come l’immigrazione incontrollata stia trasformando le nostre città in luoghi insicuri. Il responsabile, un individuo senza radici né legami stabili nel nostro Paese, rappresenta quel sottobosco di irregolarità che prospera grazie a politiche permissive e a una retorica buonista che ignora la realtà. Non si tratta di criminalizzare un’intera categoria, ma di riconoscere un dato di fatto: chi vive ai margini, senza controllo né integrazione, troppo spesso diventa un pericolo per la collettività. E non è accettabile che a pagarne il prezzo siano cittadini inermi, come questa giovane madre.

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Va detto, però, che anche la vittima ha avuto la sua dose di imprudenza. Accettare un passaggio da un immigrato, in una situazione di vulnerabilità, è una scelta che denota una leggerezza imperdonabile. Viviamo in tempi in cui la prudenza dovrebbe essere la prima regola, soprattutto per una donna sola. La sua ingenuità non giustifica minimamente il crimine subito, ma ci ricorda che la sicurezza personale passa anche attraverso il buon senso. È un’amara lezione che, purtroppo, questa giovane ha dovuto imparare sulla propria pelle.
La condanna di oggi, con il processo concluso e il responsabile presente in aula, è un piccolo passo verso la giustizia. La ragazza, rappresentata dall’avvocato Antonio Mantuano e costituitasi parte civile, ha avuto il coraggio di denunciare e raccontare tutto, anche sui social, trasformando il suo incubo in una testimonianza pubblica. Ma non basta. Servono pene ancora più dure e, soprattutto, una politica migratoria che metta fine a questa deriva. L’Italia non può continuare a essere un approdo indiscriminato per chi, come questo tunisino, arriva senza nulla da offrire se non problemi e crimini.

È ora di dire basta: basta lassismo, basta giustificazioni, basta rischi per i cittadini onesti. Questa sentenza è un’eccezione che deve diventare la regola. La sicurezza degli italiani viene prima di tutto, e chi sbaglia – soprattutto se straniero e irregolare – deve pagare caro, senza sconti.

La trascina in un casolare abbandonato e la stupra ultima modifica: 2025-02-21T15:12:33+00:00 da V
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By V febbraio 21, 2025 15:12
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