Lo massacrano fuori da scuola perché italiano e poi si vantano sui social – VIDEO
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Questo fanno i figli degli immigrati islamici ai vostri figli fuori dalle scuole. Le immagini arrivano da Modena. E’ tempo di azzerare i ricongiungimenti familiari e l’immigrazione islamica regolare. pic.twitter.com/RtseKd9r6m
— CriminImmigr*ti (@CriminImmigratl) February 21, 2025
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Modena: ragazzino pestato da 15 ragazzini nordafricani fuori da scuola – VIDEO
Un altro giorno, un altro episodio che grida vendetta. Giovedì 20 febbraio 2025, alla stazione delle corriere di Modena, un giovane studente italiano è stato selvaggiamente aggredito da una banda di quindici nordafricani, figli di immigrati di seconda generazione. Non un semplice litigio, ma una scena di violenza brutale, premeditata e disumana: spintoni, calci, pestoni, con la vittima accerchiata e ridotta a un punching bag umano, colpita senza pietà anche quando era già a terra, indifesa. E come se non bastasse, questi delinquenti hanno avuto l’arroganza di filmare tutto con i loro smartphone, per poi condividere il video sui social con il commento sprezzante: “Non fare il fenomeno, frate duri poco”. Un trofeo della loro barbarie, un’ostentazione di potere che dovrebbe farci tremare di rabbia e paura.
Questa non è più cronaca, è un bollettino di guerra. La stazione delle corriere, il parco Novi Sad, le scuole: zone che un tempo erano il cuore pulsante della vita quotidiana dei modenesi sono ora teatri di un degrado incontrollato, dominate da bande di giovani nordafricani che agiscono come padroni indiscussi. Non si tratta di un caso isolato, ma di un’escalation che i genitori denunciano con sempre maggiore angoscia. E come biasimarli? I loro figli, studenti italiani che vogliono solo tornare a casa dopo una giornata di scuola, vengono trasformati in prede da questi branchi senza scrupoli, cresciuti in un Paese che non rispettano e che sembrano odiare visceralmente.
Chi sono i responsabili? I figli degli immigrati, la tanto osannata “seconda generazione” che, secondo la sinistra e la destra moderata, dovevano rappresentare il volto dell’integrazione, il simbolo di un’Italia multiculturale. E invece eccoli qui: violenti, arroganti, privi di qualsiasi senso di appartenenza o rispetto per le leggi e i valori che questa nazione ha costruito in secoli di storia. Non lavorano, non studiano, non si integrano. Vivono ai margini, in un limbo di rabbia e disprezzo, sfogando le loro frustrazioni su chi colpe non ne ha. Quindici contro uno: non è coraggio, è vigliaccheria. Filmano e si vantano: non è stupidità giovanile, è un segnale di sfida, un messaggio chiaro che dice “qui comandiamo noi”.
E noi? Cosa facciamo mentre i nostri ragazzi vengono massacrati sotto gli occhi indifferenti di una società anestetizzata dal politicamente corretto? Le istituzioni tacciono, i buonisti si voltano dall’altra parte, pronti a giustificare l’ingiustificabile con il solito mantra: “Sono solo ragazzi, è un problema sociale”. No, non lo è. È un’emergenza nazionale. Questi non sono “ragazzi difficili”, sono il prodotto fallimentare di un’immigrazione senza regole, di politiche lassiste che hanno aperto le porte a chi non ha mai avuto intenzione di integrarsi, e che ora ci ripaga con la violenza dei loro figli.
Modena non è più sicura. Le fermate degli autobus, i parchi, le scuole sono diventati campi di battaglia dove i nostri giovani sono lasciati soli, esposti alla ferocia di chi si sente intoccabile. Quindici nordafricani che pestano un ragazzo italiano non sono un’eccezione, sono la norma di un futuro che si sta delineando davanti ai nostri occhi: un’Italia in ostaggio, dove la paura di uscire di casa diventa realtà quotidiana. E il video, quel maledetto video che circola sui social, è la ciliegina sulla torta: non solo ci aggrediscono, ma ci umiliano, ci sbeffeggiano, ci ricordano che siamo deboli, disarmati, impotenti.
Basta. È ora di dire basta. Non possiamo più tollerare che i nostri figli vengano sacrificati sull’altare di un’integrazione mai avvenuta. Questi giovani nordafricani di seconda generazione non sono un’aggiunta positiva alla nostra società: sono una minaccia, un cancro che si sta diffondendo nelle nostre città, favorito da anni di politiche scellerate e di silenzio complice. Servono misure drastiche: espulsioni immediate per chi delinque, stop ai ricongiungimenti familiari che alimentano questo esercito di sbandati, controlli ferrei su chi entra e chi resta. Non è razzismo, è sopravvivenza.
Modena è solo l’ultimo grido d’allarme. Se non agiamo ora, domani sarà troppo tardi. I nostri ragazzi meritano di vivere senza paura, non di essere prede di chi ci odia e ci disprezza. Sveglia, Italia: la guerra è già iniziata, e la stiamo perdendo.
Li vedo anche qui da me questi balubini, son tutti frocetti e si credono intelligenti: li batteremo proprio per queso loro punto debole…
https://it.wikipedia.org/wiki/Short_SC.7_Skyvan…questo aereo ha fatto un bel servizio agli argentini