Maranza stanno diventando ‘italiani’: tornare a ius sanguinis è urgente
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No alla cittadinanza agli immigrati: così stiamo svendendo l’Italia e la nostra identità
L’Italia sta perdendo se stessa, e lo sta facendo un coltellata alla volta. L’episodio di ieri sera al centro commerciale Merlata Bloom di Milano è solo l’ultimo esempio di un degrado che avanza inesorabile: un 19enne, “italiano” di origine marocchina, accoltellato da un gruppo di giovani nordafricani per una sigaretta, un iPhone e un monopattino. La fidanzata, “italiana” di origine ecuadoriana, ha assistito impotente. E noi, italiani veri, assistiamo impotenti alla trasformazione del nostro Paese in una poltiglia sociale, dove la cittadinanza è un pezzo di carta che non significa più nulla e dove chi porta il nome “italiano” non ha nulla di italiano dentro.
Una società poltiglia: “italiani” che italiani non sono
Questa non è un’eccezione, è la norma. La cronaca ci sbatte in faccia ogni giorno storie di “italiani” di seconda generazione – figli di immigrati a cui abbiamo regalato la cittadinanza – che non hanno assorbito la nostra cultura, i nostri valori, il nostro modo di vivere. Al contrario, portano con sé il degrado, la violenza, le logiche di clan delle terre da cui provengono i loro genitori. A Milano, un ragazzo di origine marocchina viene accoltellato da altri nordafricani per futili motivi, in una dinamica che ricorda più le periferie di Casablanca che le strade di una città italiana. E mentre lui finisce all’ospedale Niguarda, gli aggressori – probabilmente parte di una banda che infesta la zona – scappano con il bottino. Questa è la “nuova Italia” che ci stiamo costruendo: un Paese dove la cittadinanza non è più un legame di sangue e appartenenza, ma un lasciapassare per chi ci sta trasformando in minoranza.
Lo ius sanguinis è l’unica salvezza
Dobbiamo tornare allo ius sanguinis, e dobbiamo farlo subito. La cittadinanza non può essere un premio di consolazione per chi nasce qui o arriva qui, ma deve essere riservata a chi è italiano per discendenza, per storia, per identità. Lo ius soli e le sue varianti annacquate stanno creando una società frammentata, dove gli “italiani” di origine straniera non si integrano, non si sentono parte di noi e, troppo spesso, ci vedono come estranei da depredare. Non è razzismo, è realismo: dare la cittadinanza a chi non condivide la nostra cultura non fa di loro italiani, ma fa di noi degli stranieri in casa nostra. Se non fermiamo questo processo, tra vent’anni saremo noi a doverci adattare a loro, non il contrario.
Il degrado avanza, e la colpa è della politica
Il caso di Milano non è isolato. Le periferie delle nostre città sono sempre più teatri di violenza, spaccio, microcriminalità, e i protagonisti sono spesso questi “nuovi italiani” che di italiano hanno solo il passaporto. La Squadra Mobile e il Commissariato Bonola stanno cercando gli aggressori, ma il problema non si risolve con le telecamere o gli arresti: si risolve tornando a controllare chi entra e chi diventa cittadino. La politica, però, è cieca o complice. Da destra a sinistra, si continua a parlare di “integrazione” come se fosse una formula magica, mentre la realtà ci mostra che non funziona. La sinistra vuole spalancare le porte a tutti, la destra balbetta senza agire. Basta: la cittadinanza facile sta distruggendo l’Italia, e con essa la nostra sicurezza e la nostra identità.
Fermiamo la svendita dell’Italia
Non possiamo più permetterci di essere ingenui. Ogni “italiano” di origine straniera che delinque, ogni episodio come quello di Merlata Bloom, è un monito: stiamo creando una società poltiglia, senza radici né futuro. La soluzione è chiara: abolire ogni forma di ius soli, tornare allo ius sanguinis puro e chiudere i rubinetti dell’immigrazione incontrollata. L’Italia è nostra, di chi la porta nel sangue, non di chi la calpesta con un coltello in mano. Se non agiamo ora, presto non ci sarà più un’Italia da difendere: saremo una minoranza, schiacciati da una massa di “cittadini” che non ci appartengono e che ci stanno portando al collasso. È ora di dire basta.
Ridendo e scherzando sto tornando forte come prima, col rovescio della mano colpisco forte quasi come vorrei.
Mi sto preparando a fare pulizia dalle mie parti, sento che ne avrò bisogno per difendere la mia gente…