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Germania: Una Scia di Sangue senza Fine. E i Responsabili Restano al Potere

La Germania è sotto attacco, non da nemici esterni, ma da una minaccia interna che si ripete con tragica regolarità. Gli ultimi mesi hanno visto una serie di attentati che hanno sconvolto il Paese, lasciando dietro di sé morte, dolore e un senso di impotenza. Eppure, dopo le elezioni del 23 febbraio 2025, i responsabili politici di questo disastro – quelli che hanno permesso un’immigrazione incontrollata e un sistema di sicurezza colabrodo – sembrano destinati a continuare a governare. Quanto sangue dovrà ancora scorrere prima che qualcosa cambi?
La cronaca di un incubo
20 dicembre 2024, Magdeburgo: Un SUV si lancia sulla folla del mercatino di Natale. Sei morti, tra cui un bambino di 9 anni, e 299 feriti. L’autore è Taleb Al-Abdulmohsen, un medico saudita di 50 anni, radicalizzato e simpatizzante dell’ultradestra AfD. Un “lupo solitario” che ha trasformato una festa in un massacro.
22 gennaio 2025, Aschaffenburg: Nel parco Schöntal, un 28enne afghano, Enamullah O., già noto per violenze e con un ordine di rimpatrio inevaso dopo il rifiuto dell’asilo, accoltella a morte un bambino di 2 anni e un uomo di 41 anni intervenuto per fermarlo. Viveva ancora in un centro d’accoglienza, un fallimento totale del sistema.
13 febbraio 2025, Monaco: Durante una manifestazione sindacale, un 24enne afghano richiedente asilo, con precedenti per droga e furto, investe la folla con un’auto. Due morti – una madre e la sua bambina di 2 anni – e 37 feriti. Un altro caso di un soggetto noto alle autorità lasciato libero di colpire.
21 febbraio 2025, Berlino: Nei pressi del Memoriale dell’Olocausto, un 19enne siriano richiedente asilo, ospitato in un centro profughi a Lipsia, ferisce gravemente un turista spagnolo con un coltello. Un attacco a due giorni dal voto, quasi un monito.
Il voto non cambia nulla

L’AfD, nonostante il suo 20%, resta esclusa per il cordone sanitario: i partiti tradizionali, quelli che hanno governato negli ultimi anni – SPD, Verdi, e CDU – sono gli stessi che hanno permesso questa escalation. Politiche migratorie permissive, rimpatri bloccati, controlli inefficaci: il risultato è sotto gli occhi di tutti. Eppure, governeranno ancora. Friedrich Merz, probabile prossimo cancelliere, parla di “sicurezza”, ma la sua CDU non ha mai spinto per un cambiamento radicale quando era al potere con Merkel. Al contrario.
Una domanda senza risposta
In meno di due mesi, 10 morti – tra cui tre bambini – e oltre 300 feriti. Tutti gli attentatori erano immigrati o richiedenti asilo, spesso noti alle autorità, spesso con ordini di espulsione mai eseguiti. La Germania è ostaggio di un sistema che non protegge i suoi cittadini, ma li espone. L’AfD cresce, sì, ma non abbastanza da rompere il muro dell’establishment. E mentre i tedeschi autoctoni gridano la loro rabbia, la loro voce si perde in un Parlamento che continuerà a essere dominato da chi ha creato il problema.

Quanto sangue dovrà ancora scorrere? Ogni attacco alza l’asticella dell’orrore e della paura. Ma la risposta politica resta la stessa: parole di cordoglio, promesse vuote, nessuna azione concreta. La Germania è a un bivio: o si sveglia ora, o rischia di affondare in un caos irreversibile. Il tempo delle lacrime è finito; serve una svolta.

Non ci sarà. Non ci sono più abbastanza tedeschi. Noi, in Italia, abbiamo cinque anni di tempo.