Germania, se votassero solo i tedeschi AfD maggioranza
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Germania: Se Votassero Solo i Veri Tedeschi, AfD Sarebbe al Governo.
Ma c’è un dato che i numeri ufficiali non dicono, un’ombra che si allunga sul futuro della Germania: se a votare fossero solo i “veri tedeschi” – quelli di origine autoctona, senza il peso crescente della popolazione immigrata – l’AfD, il partito nazionalista di Alice Weidel, avrebbe probabilmente la maggioranza assoluta. E nessun governo potrebbe formarsi senza di loro. Questo non è un esercizio di fantasia, ma una deduzione basata sulla realtà demografica e politica che il Paese sta vivendo.
La Germania conta circa 83,2 milioni di abitanti (dati 2024), di cui il 26,7% ha un passato migratorio, secondo lo Statistisches Bundesamt: oltre 22 milioni di persone, tra immigrati di prima generazione e loro discendenti. Di questi, circa 11,8 milioni hanno diritto di voto, essendo cittadini tedeschi (naturalizzati o nati qui da genitori stranieri). Se escludiamo questa fetta di elettorato – che tende a favorire SPD, Verdi e Die Linke, partiti pro-immigrazione – e consideriamo solo i circa 50 milioni di elettori autoctoni, il panorama cambia drasticamente. L’AfD, con il suo 20% complessivo, raccoglie quasi esclusivamente voti da tedeschi etnici: su un totale di circa 43 milioni di voti espressi (affluenza al 70-72%), il 20% equivale a 8,6 milioni. Se i votanti fossero solo autoctoni, quel 20% salirebbe ben oltre il 30-35%, forse vicino al 40%, grazie alla concentrazione del suo consenso tra i “tedeschi di sangue”. La CDU/CSU, pur forte, si fermerebbe sotto il 35%, e i partiti di sinistra crollerebbero.
In uno scenario del genere, l’AfD non solo vincerebbe, ma renderebbe impossibile qualsiasi coalizione senza il suo involvemento. Oggi, il cordone sanitario degli altri partiti la esclude, ma se i “veri tedeschi” fossero gli unici a decidere, quel muro crollerebbe. Questo dimostra una verità scomoda: la Germania autoctona vuole l’AfD, e solo il voto degli immigrati e dei loro discendenti sta tenendo a galla un sistema politico sempre più scollegato dalla volontà del popolo originario.
È un campanello d’allarme. Ogni elezione, la popolazione immigrata cresce – nel 2023 è aumentata di 1,1 milioni solo per i nuovi arrivi – e con essa la soglia di voti autoctoni necessaria per imporre una linea nazionalista si alza. Oggi serve il 20% complessivo per dare all’AfD un ruolo chiave; tra dieci anni, con una popolazione immigrata al 30-35%, potrebbe servire il 40% dei voti totali, un numero quasi impossibile da raggiungere anche per un partito in ascesa. La maggioranza degli autoctoni non basta più: i tedeschi di origine stanno diventando minoranza a casa propria, e quando accadrà sarà troppo tardi. Nessun cordone sanitario potrà salvare un sistema che ignora la propria base.
L’Italia sembra averlo capito. Nel 2022, Giorgia Meloni ha vinto, portando Fratelli d’Italia al governo su una piattaforma nazionalista, anti-immigrazione e identitaria. Gli italiani hanno colto l’occasione prima che la demografia li travolgesse, e ora sta a Meloni mantenere le promesse: ridurre i flussi migratori, difendere i confini, preservare l’identità. La Germania, invece, tentenna. La CDU/CSU di Merz, pur vincitrice, è troppo timida, intrappolata in un moderatismo che non affronta il cuore del problema. L’AfD, con il suo programma chiaro – rimpatri, stop all’immigrazione di massa, priorità ai tedeschi – è l’unica forza che risponde al grido degli autoctoni.
Il messaggio è semplice: votare nazionalista ora, prima che i numeri rendano impossibile la riscossa. Perché quando la soglia diventa irraggiungibile, non c’è più ritorno. Gli italiani lo hanno fatto con Meloni; i tedeschi devono farlo con l’AfD. Altrimenti, il futuro sarà deciso da chi non condivide la loro storia, la loro cultura, la loro anima. E allora sì, sarà davvero troppo tardi.
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