Trump nomina Dan Bongino vicecapo dell’FBI: la rivoluzione MAGA avanza senza sosta
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Trump nomina Dan Bongino vicecapo dell’FBI: la rivoluzione MAGA avanza senza sosta
Washington, 24 febbraio 2025 – Donald Trump ha sferrato un altro colpo al deep state, nominando Dan Bongino, ex agente dei Servizi Segreti e popolare podcaster di destra, come vice direttore dell’FBI. L’annuncio, fatto ieri sera tramite un post su Truth Social, segna un ulteriore passo nella rivoluzione MAGA (Make America Great Again), con cui il presidente intende plasmare le istituzioni chiave degli Stati Uniti secondo i principi del suo movimento. Bongino affiancherà Kash Patel, recentemente confermato direttore dell’FBI, formando una coppia di fedelissimi trumpiani al vertice della principale agenzia federale di law enforcement.
“Grande notizia per le forze dell’ordine e la giustizia americana!” ha scritto Trump. “Dan Bongino, un uomo con un incredibile amore e passione per il nostro Paese, è stato appena nominato vice direttore dell’FBI dal miglior direttore di sempre, Kash Patel. Insieme alla nostra fantastica nuova Attorney General Pam Bondi, riporteranno equità, giustizia, legge e ordine in America, e lo faranno rapidamente. Congratulazioni, Dan!” Parole che non lasciano dubbi: il presidente vede in questa nomina un tassello fondamentale per la sua agenda di rinnovamento radicale.
Chi è Dan Bongino?
Bongino, 50 anni, nativo del Queens come Trump, porta con sé un passato da agente della NYPD e dei Servizi Segreti, dove ha protetto personalità come George W. Bush e Barack Obama. Dopo aver lasciato il servizio nel 2011, si è reinventato come una delle voci più influenti del panorama conservatore americano. Il suo podcast, “The Dan Bongino Show”, è tra i più ascoltati negli Stati Uniti, con milioni di follower che pendono dalle sue labbra mentre attacca il “deep state”, promuove teorie sul “furto” delle elezioni del 2020 e difende a spada tratta Trump. Tre candidature fallite al Congresso (2012, 2014 e 2016) non hanno scalfito la sua ascesa nel mondo MAGA, culminata ora con questa prestigiosa nomina che non richiede conferma del Senato.
Una rivoluzione al vertice dell’FBI
La scelta di Bongino, insieme a quella di Patel, rompe con la tradizione: il ruolo di vice direttore è sempre stato occupato da agenti di carriera dell’FBI, esperti nella gestione operativa dell’agenzia. Ora, due outsider – noti più per la loro fedeltà a Trump che per un’esperienza interna al Bureau – guidano un’istituzione cruciale in un momento di profonda polarizzazione politica. Patel, confermato la scorsa settimana nonostante l’opposizione di alcuni senatori democratici e repubblicani, ha già promesso una rivoluzione interna: meno burocrazia a Washington, più focus sulla lotta al crimine tradizionale e una “pulizia” delle indagini legate a Trump, come quelle sul 6 gennaio 2021.
Bongino, dal canto suo, non ha mai nascosto il suo disprezzo per l’FBI così com’è oggi. In un episodio recente del suo podcast, ha celebrato la nomina di Patel dicendo: “Ora vedrete cosa significa un vero cambiamento.” Le sue posizioni estreme – dalle critiche alla gestione degli attentati a Trump nel 2024 alle accuse di corruzione contro l’agenzia – lasciano presagire un mandato all’insegna della rottura con il passato.
La reazione: plauso MAGA, allarme democratico
Il mondo MAGA esulta. La deputata del Colorado Lauren Boebert ha twittato: “Questo. È. TUTTO!!” Charlie Kirk, fondatore di Turning Point USA, ha definito la nomina “una notizia incredibile per l’America.” Ma dall’altra parte della barricata, i democratici sono in allarme. Il senatore del Connecticut Chris Murphy ha attaccato: “Trump ha scelto due imbonitori per guidare l’FBI. Bongino passa le sue giornate a dire che il mondo sta finendo per vendere prodotti survivalisti ai suoi ascoltatori. È un incubo, ma è reale.”
Una svolta per l’America?
Con Bongino vicecapo e Patel al timone, l’FBI diventa un’arma strategica della rivoluzione MAGA. La promessa è chiara: smantellare il “deep state”, riportare l’ordine e ridare voce ai “veri americani.” Ma il prezzo potrebbe essere alto: un’agenzia politicizzata rischia di perdere credibilità e di alimentare ulteriormente le divisioni in un Paese già spaccato. La Germania ha scelto di non scegliere, l’Italia ha Meloni: Trump, con Bongino, dimostra che non intende fermarsi. La rivoluzione è in marcia, e l’FBI è solo l’ultimo campo di battaglia.
E scommetto che nessuno degli epurati ha capito perchè è successo, diranno che si è trattata di una discriminazione politica, mica che sono dei venduti e incapaci, tipo la scena dell’attentato a Trump dove hanno ucciso l’attentatore solo DOPO che aveva sparato pur avendolo nel mirino da diversi minuti,,,