“E’ stata una caccia all’italiano, andavano in giro in cerca di prede”

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By V febbraio 26, 2025 17:37

“E’ stata una caccia all’italiano, andavano in giro in cerca di prede”

Un incubo senza fine: studenti massacrati da un branco di nordafricani, e il giornalismo tace la verità
È un racconto che gela il sangue, una cronaca di terrore puro che dovrebbe far tremare di rabbia ogni italiano:

Massacrati di botte dai maranza perché italiani, nasi rotti e braccia spezzate

Cinque studenti universitari e un dj, poco più che ventenni, aggrediti e picchiati selvaggiamente da un branco a Ferrara, in via Arianuova, intorno alle 4 del mattino tra sabato e domenica. Una “caccia all’uomo”, come la descrivono le vittime: un assalto senza motivo, una furia cieca di calci, pugni e schiaffi, con i ragazzi costretti a scappare, a nascondersi sotto le auto, a temere per la propria vita. “Se mi avessero preso, sarebbe finita molto peggio”, dice uno di loro, ancora sotto choc, con la mandibola colpita e un ginocchio tumefatto. Tre feriti, un incubo che non si cancella. E il giornalismo? Tace, o meglio, censura. Nell’intervista, il cronista evita accuratamente di chiedere l’ovvio: di quale razza erano gli aggressori? Eppure lo sappiamo tutti: erano nordafricani, notoriamente nordafricani. Ma guai a dirlo, guai a squarciare il velo di ipocrisia che soffoca questo Paese.

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I fatti parlano da soli. I ragazzi escono dal College, una serata piacevole in discoteca, senza screzi, senza problemi. Si dirigono al parcheggio Diamanti, chiacchierando di musica, quando un “ragazzo straniero” – così lo definisce la madre di una vittima – si avvicina. Prima chiede cosa stiano facendo, poi, senza motivo, aggredisce: “Perché mi stai fissando?”, e via con i pugni. In un attimo, spuntano altri balordi – una decina, secondo i ragazzi – e начинается l’inferno. “Ci siamo nascosti sotto le auto, hanno continuato a cercarci finché non hanno sentito le sirene”, racconta uno studente. Uno corre senza scarpe, con i piedi sanguinanti; un altro si salva sotto un suv, spegnendo il cellulare per non essere trovato. Una coppia che passa di lì viene aggredita a sua volta: al ragazzo rompono l’omero per aver provato a difendere la fidanzata. È una scena da Far West, ma non siamo in un film: è l’Italia del 2025.

E il giornalismo? Si limita a riportare i fatti con una freddezza che rasenta la complicità. “Un ragazzo straniero”, dice la madre, e il cronista non osa approfondire. Non chiede: “Straniero di dove? Di che origine?”. Eppure le voci girano, le “altre aggressioni nella zona” di cui parlano i ragazzi puntano tutte nella stessa direzione: nordafricani, giovani, organizzati in branchi, dediti a cercare “prede” da massacrare. Ma no, la domanda non arriva. È il trionfo del politicamente corretto, un silenzio colpevole che nasconde la verità e lascia gli italiani indifesi di fronte a un pericolo che cresce ogni giorno.

Questo non è un episodio isolato, è un allarme nazionale. Non si tratta di “balordi” generici: è un pattern, una violenza importata che sta divorando le nostre città. E mentre i carabinieri indagano – con una targa e un video sfocato come unico appiglio – il terrore dei ragazzi è palpabile: “Speriamo li prendano, ma tanto verranno rilasciati. In Italia finisce sempre in niente”. Hanno ragione a temere: un sistema giudiziario molle e una politica cieca garantiscono l’impunità a chi ci aggredisce. Ma il problema non è solo arrestare questi teppisti: è fermare l’ondata che li porta qui, che li moltiplica, che trasforma le nostre strade in campi di battaglia.

Basta con questa follia. È ora di smettere di girarsi dall’altra parte, di chiamare le cose col loro nome: questi sono nordafricani, spesso figli dell’immigrazione incontrollata, che non si integrano e ci vedono come prede. Non possiamo più permetterci di subire, di contare i feriti, di pregare che i nostri figli tornino vivi da una serata fuori. E i media? Devono smettere di coprire la realtà con omissioni vergognose. È una guerra non dichiarata, e la stiamo perdendo perché ci rifiutiamo di combatterla. Sveglia, Italia: non è solo cronaca, è la nostra sopravvivenza in gioco.

“E’ stata una caccia all’italiano, andavano in giro in cerca di prede” ultima modifica: 2025-02-26T17:37:20+00:00 da V
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By V febbraio 26, 2025 17:37
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1 Comment

  1. WLMHH8 febbraio 26, 20:21

    “Il paese delle scimmie”.
    SEmbra il titolo di un film con “happy ending” ai danni dell’italiano.

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