Omicidio volontario per avere difeso la città da un marocchino che perseguitava i cittadini
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Un affronto alla giustizia: Massimo Adriatici perseguitato per aver difeso sé stesso e i cittadini
La notizia che arriva da Pavia è un pugno nello stomaco, un insulto al buon senso e alla dignità di chi vive ogni giorno sotto la minaccia di una criminalità fuori controllo. La Procura ha chiuso le indagini preliminari sulla morte di Youns El Boussetaoui, e cosa fa? Contesta a Massimo Adriatici, ex assessore alla Sicurezza di Voghera, l’omicidio volontario aggravato. Sì, avete capito bene: un uomo che si è difeso da un noto delinquente, un soggetto pericoloso e già conosciuto alle forze dell’ordine, ora rischia di essere trattato come un assassino freddo e calcolatore. È questa la giustizia che vogliamo in Italia? Una giustizia che punisce chi reagisce e protegge chi delinque?
Rewind: era il 20 luglio 2021, una sera come tante a Voghera. Adriatici, un assessore che aveva fatto della sicurezza il suo cavallo di battaglia, si trova in piazza Meardi. Davanti a lui, Youns El Boussetaoui, un immigrato marocchino con un curriculum di reati lungo quanto un elenco telefonico – furti, spaccio, molestie, resistenza a pubblico ufficiale – sta dando fastidio ai passanti, ubriaco e fuori controllo. Quando Adriatici lo affronta per riportare ordine, il delinquente lo aggredisce. L’ex assessore, che portava legalmente una pistola per difesa personale, spara un colpo. El Boussetaoui muore. Un tragico epilogo, certo, ma chi può negare che Adriatici abbia agito per proteggere sé stesso e chi gli stava intorno? Solo le toghe rosse.
Inizialmente, il caso sembrava chiaro: eccesso colposo di legittima difesa. Un non reato già di perse odioso, sì, ma che riconosceva allmeno la dinamica di un uomo costretto a reagire a una minaccia reale. Poi, il colpo di scena. A novembre 2024, il giudice Valentina Nevoso decide che non basta: chiede alla Procura di riqualificare tutto come omicidio volontario. E ora, la Procura esegue, con un’accusa che dipinge Adriatici come un killer spietato, non come un cittadino che ha fatto il possibile in una situazione estrema. È assurdo, è ingiusto, è scandaloso.
Il marocchino stava infastidendo alcuni clienti di un bar, quando Adriatici ha chiamato la polizia.
L’uomo ha sentito la conversazione e ha iniziato a spintonare l’assessore, che impugnava la sua pistola, una calibro 22, detenuta con porto d’armi. Cadendo a terra, ha riferito Adriatici, è partito un colpo, che ha colpito il 39enne vicino al cuore.
Parliamoci chiaro: Youns El Boussetaoui non era un “povero disgraziato” né una vittima della società. Era un pluripregiudicato, un individuo che da anni infestava Voghera con i suoi comportamenti violenti e antisociali. I cittadini lo temevano, i commercianti lo denunciavano, le forze dell’ordine lo conoscevano fin troppo bene. E Adriatici? Non era un vigilante fuori controllo, ma un uomo delle istituzioni, un avvocato, un assessore che aveva giurato di difendere la sua comunità. Quella sera non è andato a cercare guai: i guai lo hanno trovato. E ora, per aver scelto di non piegarsi, di non voltarsi dall’altra parte, viene trascinato nel fango.
Questa vicenda è lo specchio di un’Italia allo sbando, dove la legge sembra fatta per tutelare i criminali e punire chi si ribella. La legittima difesa, un diritto sacrosanto, viene calpestata da un sistema giudiziario che preferisce il politically correct alla realtà dei fatti. Omicidio volontario aggravato? Ma stiamo scherzando? Qui non c’è stata premeditazione, non c’è stata crudeltà: c’è stato un uomo solo contro un pericolo concreto, un uomo che ha fatto una scelta difficile in una frazione di secondo. E invece di sostenerlo, lo si vuole crocifiggere.
È un messaggio devastante per tutti noi. Cosa dobbiamo fare, allora? Subire in silenzio? Lasciare che i delinquenti ci camminino sopra perché difendersi è troppo rischioso? La Procura di Pavia e il giudice Nevoso stanno dicendo questo: abbassate la testa, cittadini, perché se reagite sarete voi i colpevoli. È una vergogna nazionale, un tradimento di ogni principio di giustizia.
Massimo Adriatici merita rispetto, non manette. Merita una difesa vera, non un processo farsa. E noi, come italiani, meritiamo un sistema che stia dalla parte delle persone perbene, non da quella dei criminali. Basta con questa follia: è ora di dire forte e chiaro che la legittima difesa non è un crimine, ma un diritto. Altrimenti, prepariamoci a vivere in un Paese dove la paura vince e la giustizia muore
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L’unico omicidio volontario è quello delle toghe rosse contro la giustizia.
la cosa strana (strana si fa per dire) è che quando uno di questi stranieri abbandonati a se stessi e in stato di degrado viene fatto fuori (vedi l’alger-tunis-marocc morto a Viareggio sotto le ruote o parte della carrozzeria della vettura di Cinzia del Pino) prima viveva d’espedienti e sotto i portici ignorato da tutti/e dopo la morte le sorelle si ricordano di lui chissà magari in vista di battere cassa. Questo modo di fare ha un nome anzi un quadrup-nome
. Al lettore indicarlo
si potrebbe cominciare a togliere la scorta a tutti….. ma proprio a tutti, nessuno escluso, poi quando il beduino di turno attaccherà gente come mattarella o il solito magistrato di sinistra, vorrei proprio vedere se riesce a fermarlo con le chiacchiere o si becca una bella e ben assestata coltellata…!
Ma li vedete i dati degli sbarchi? Sono in continuo aumento. Un governo vergognoso…