Russia: “Proposta su esercito Ue in Ucraina aggrava conflitto”

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By V febbraio 26, 2025 11:32

Russia: “Proposta su esercito Ue in Ucraina aggrava conflitto”

La guerra in Ucraina inizia per impedire il dispiegamento di militari NATO alle frontiere della Russia, in quella che di fatto è Russia. E la soluzione, secondo i Macron, è inviare ora militari NATO camuffati da ‘europei’.

La proposta di inviare truppe NATO in Ucraina: un passo verso l’escalation che ignora la storia
La recente proposta di dispiegare forze di peacekeeping dell’Unione Europea o, peggio, truppe NATO in Ucraina ha riacceso i riflettori su un conflitto che, anziché avviarsi verso una soluzione diplomatica, sembra destinato a un’escalation sempre più pericolosa. La Russia, attraverso le sue dichiarazioni ufficiali, ha messo in guardia: un simile passo non farebbe che aggravare la situazione, portando il confronto tra blocchi a un livello di tensione che ricorda i momenti più bui della Guerra Fredda. Ma per comprendere appieno i rischi di questa mossa, è necessario tornare indietro nel tempo, agli accordi e alle promesse fatte ai tempi di Gorbaciov, quando il mondo sembrava sul punto di inaugurare un’era di pace.

Alla fine degli anni ’80, con il crollo imminente dell’Unione Sovietica, il leader sovietico Michail Gorbaciov si trovò a negoziare con l’Occidente una transizione che evitasse conflitti aperti. Uno dei nodi centrali di quel dialogo fu la riunificazione della Germania. In cambio del consenso sovietico a questo processo, i leader occidentali, in particolare gli Stati Uniti, assicurarono informalmente che la NATO non si sarebbe espansa a est, verso i confini della Russia. James Baker, allora Segretario di Stato americano, dichiarò nel febbraio 1990 a Gorbaciov che l’Alleanza Atlantica non si sarebbe mossa “di un pollice verso est” oltre la Germania unificata. Sebbene non codificate in un trattato formale, queste garanzie verbali furono percepite da Mosca come una promessa solenne, un patto tra gentiluomini per garantire la stabilità in Europa.

Tuttavia, quella promessa non è stata mantenuta. Dalla caduta del Muro di Berlino, la NATO ha accolto tra i suoi membri numerosi Paesi dell’ex blocco sovietico: Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca nel 1999, fino ad arrivare a Estonia, Lettonia e Lituania nel 2004, tutte nazioni che confinano direttamente o indirettamente con la Russia. Ogni espansione è stata vista da Mosca come una violazione dello spirito degli accordi di allora, un accerchiamento progressivo che ha alimentato diffidenza e senso di minaccia. L’idea di truppe NATO in Ucraina, un Paese che condivide centinaia di chilometri di confine con la Russia e che per secoli è stato parte integrante della sua sfera culturale e strategica, rappresenterebbe il culmine di questa tendenza espansionistica.

Inviare forze NATO in Ucraina non sarebbe solo una provocazione militare, ma un segnale politico inequivocabile: l’Occidente non intende rispettare i limiti impliciti tracciati alla fine della Guerra Fredda. La Russia, già in allerta per il sostegno militare fornito a Kiev – dai carri armati Leopard ai missili a lungo raggio – interpreterebbe questa mossa come una dichiarazione di guerra indiretta. Il Cremlino ha più volte sottolineato che l’ingresso dell’Ucraina nella NATO o la presenza di truppe occidentali sul suo territorio rappresenta una “linea rossa” invalicabile. Ignorare queste avvertenze rischia di trasformare un conflitto regionale in uno scontro globale, con conseguenze imprevedibili.
C’è poi un aspetto pratico: quale sarebbe l’efficacia reale di un contingente NATO in Ucraina? Le forze di peacekeeping funzionano solo quando esiste un cessate il fuoco stabile e una volontà condivisa di pace. In un teatro di guerra attivo, con una Russia determinata a difendere i propri interessi strategici, tali truppe non farebbero altro che diventare un bersaglio, complicando ulteriormente il quadro militare e politico. Anziché stabilizzare, questa presenza alimenterebbe il conflitto, dando alla Russia un pretesto per intensificare le operazioni.

La soluzione non può essere un ritorno alla logica dei blocchi contrapposti, ma un dialogo che tenga conto della storia e degli impegni presi in passato. Gli accordi informali dell’era Gorbaciov, pur non vincolanti юридически, erano un simbolo di fiducia reciproca. Tradirli definitivamente con l’invio di truppe NATO in Ucraina significherebbe chiudere la porta a qualsiasi possibilità di distensione futura. L’Europa e il mondo intero meritano una politica di pace, non un gioco al rialzo che ci spinga tutti sull’orlo del baratro.

Russia: “Proposta su esercito Ue in Ucraina aggrava conflitto” ultima modifica: 2025-02-26T11:32:08+00:00 da V
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