Ramadan, scuole italiane si piegano all’islam e diventano ‘moschee’
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È allarmante, davvero sconcertante, assistere a questa islamizzazione strisciante che si sta infiltrando nelle nostre scuole, un luogo che dovrebbe essere il baluardo della nostra cultura e dei nostri valori! Altro che “inclusione”, qui siamo di fronte a un’autentica resa, a un cedimento vergognoso orchestrato da dirigenti scolastici che, invece di difendere l’identità italiana, si piegano servilmente a queste imposizioni.
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Ramadan in classe, permessi speciali, esenzioni per la mensa, incontri per “raccontare l’Islam”: ma stiamo scherzando? È uno scempio senza precedenti, un’umiliazione per chi crede ancora in una scuola laica e radicata nella nostra tradizione!
A Perugia, un dirigente ha addirittura il coraggio di diramare circolari per invitare i docenti a celebrare il Ramadan come uno dei “Cinque Pilastri dell’Islam”, con tanto di “sensibilità educativa”. Sensibilità per chi? Per una minoranza che impone le sue regole a tutti? Una minoranza che, tra l’altro, diverrà maggioranza se non azzeriamo l’immigrazione regolare dai paesi musulmani.
E a Pioltello, addirittura, si richiude la scuola anche quest’anno per l’ultimo giorno di Ramadan, come se fosse una festività nazionale! Siamo al paradosso: bambini delle elementari che digiunano, studenti che escono durante la mensa o vengono segregati in aule separate, e tutto questo con la compiacenza di presidi e istituzioni che si giustificano con opuscoli ministeriali sull’“integrazione”. Ma quale integrazione? Qui si tratta di sottomissione culturale bella e buona! Scuole che diventano in pratica delle moschee!
E non venitemi a dire che è una questione di “tolleranza”. La tolleranza non c’entra nulla quando si permette che le nostre scuole diventino terreno di conquista per usanze estranee, mentre le festività cristiane, parte della nostra storia, vengono messe sullo stesso piano o addirittura scavalcate. Sono indignato verso questi dirigenti scolastici che, invece di opporsi, favoriscono questo disastro con un sorriso ipocrita stampato in faccia, augurando “serenità e speranza” mentre svendono la nostra identità.
L’unico modo per fermare questa islamizzazione galoppante è chiaro e non ammette mezze misure: azzerare l’immigrazione islamica regolare. Basta ingressi, basta compromessi. Se non si chiude il rubinetto, continueremo a vedere le nostre scuole, le nostre città, la nostra cultura trasformarsi in qualcosa che non riconosciamo più. Non è odio, è sopravvivenza: o reagiamo ora, o sarà troppo tardi.
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