Dall’Italia 1 milione di euro per insegnare albanesi a non picchiare le donne
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Un progetto demenziale e razzista.
AICS: un milione di euro per insegnare agli albanesi a non picchiare le donne, che ridere!
Tirana, 28 febbraio 2025 – Preparatevi a sghignazzare, perché l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), il nostro buco nero dei fondi pubblici, ha colpito ancora. Stavolta ha deciso di regalare un milioncino di euro – sì, proprio dei nostri soldi – a qualche sperduto comune albanese per un progetto che sembra uscito da una sitcom: “Riduzione della violenza di genere e delle pratiche nocive attraverso una governance sensibile al genere”. Tradotto: stiamo pagando per insegnare agli albanesi a non picchiare le donne. Un milione di euro, tre anni, nove paesini come Dibër, Klos e Konispol: avete presente? Posti dove probabilmente le capre superano gli abitanti, e noi ci mettiamo a fare i maestrini di galateo con i soldi delle tasse italiane. Che ridere!
Un milione per dire “non si fa” agli albanesi
Immaginate la scena: qualche funzionario italiano, con tanto di cravatta e block notes, arriva a Pogradec o Selenicë con un manuale dell’UNFPA sottobraccio e spiega alla polizia locale: “Signori, picchiare le signore non sta bene, eh!”. E tutto questo per la modica cifra di un milione di euro, gentilmente offerto dai contribuenti italiani, che magari stanno ancora aspettando che qualcuno aggiusti il loro ospedale o tappi le buche in strada. Un milione diviso tre anni fa circa 333.000 euro l’anno, sparsi su nove comuni: fate due conti, sono poco più di 37.000 euro a paesello. Che ci faranno? Una lavagna, qualche poster con scritto “Sii gentile” e magari un caffè per i partecipanti? Ridicolo!
Collaborano il Ministero della Salute albanese, l’UNFPA e la “società civile” (qualunque cosa significhi), ma la domanda è: davvero servivano i nostri soldi per dire agli albanesi qualcosa che dovrebbero già sapere? Non stiamo parlando di un Paese del Medioevo o di una zona di guerra: l’Albania è dietro l’angolo, vuole entrare nell’UE, ha un governo, un’economia, una polizia. E noi, come dei geni, pensiamo che senza il nostro milioncino non capiranno mai che la violenza di genere è sbagliata. Ma per favore!
L’AICS: la barzelletta della cooperazione italiana
La AICS si conferma la caricatura della USAID americana. “Governance sensibile al genere”? Ma cosa significa? Che mandiamo un consulente a Tirana a insegnare ai vigili albanesi a dire “per favore” instead of “ti spacco la faccia”? E tutto questo mentre a casa nostra i “maranza” nordafricani minacciano di devastare Napoli, e noi non troviamo i fondi per cacciarli via. È uno scherzo, ma di pessimo gusto.
Un milione di euro per tre anni: probabilmente finirà in stipendi per qualche ONG, in qualche “corso di sensibilizzazione” con slide PowerPoint e in una bella foto ricordo per il sito dell’AICS. Intanto, le donne di Kolonjë continueranno la loro vita, e gli albanesi si gratteranno la testa chiedendosi perché gli italiani abbiano pagato per dire loro l’ovvio. È una barzelletta, ma a ridere sono solo loro – noi piangiamo sul portafoglio.
Basta con queste pagliacciate: teniamoci i soldi!
Seriamente, basta. L’Italia non è una ONG globale né un bancomat per i problemi degli altri. Un milione di euro potrebbe servire a mettere telecamere nelle nostre città, a pagare straordinari ai carabinieri o a sistemare una scuola che cade a pezzi. E invece no, lo mandiamo in Albania per un corso accelerato di buone maniere. L’AICS è una farsa da chiudere subito: smettiamola di finanziare queste buffonate e pensiamo agli italiani. Don Alì e le sue bande ci ridono in faccia, e noi rispondiamo con un milione per “sensibilizzare” Valona? Sveglia! Ridiamo pure dell’assurdità, ma poi facciamola finita: i soldi restino qui, e che gli albanesi si arrangino da soli a imparare l’educazione!
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