Maranza non sono “giovani del nord” ma invasori islamici che infestano il nord

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By V febbraio 28, 2025 23:54

Maranza non sono “giovani del nord” ma invasori islamici che infestano il nord

I Maranza non sono “giovani del Nord”: sono invasori islamici, eredi delle marocchinate

Basta con le bugie dei media corrotti, quei megafoni del politicamente corretto che cercano di edulcorare la realtà per non urtare la sensibilità di qualcuno. I “maranza” non sono “giovani del Nord”, come SkyTg24 e altri tentano di far credere, dipingendoli come un fenomeno innocuo nato su TikTok. La verità è molto più cruda e scomoda: i maranza sono giovani invasori islamici, spesso nordafricani di seconda generazione, nipoti di quelle truppe coloniali marocchine che durante la Seconda Guerra Mondiale seminarono terrore e violenza nelle campagne italiane con le famigerate “marocchinate”. La loro dichiarazione di guerra a Napoli, annunciata per oggi – primo giorno del Ramadan – non è una bravata tra ragazzi: è un atto di conquista, un’eco di un passato che non abbiamo mai davvero affrontato.

Non “giovani del Nord”, ma un’eredità coloniale

I media mainstream vogliono farci credere che i maranza siano semplicemente “giovani del Nord Italia”, un prodotto spontaneo delle periferie metropolitane, un fenomeno sociale scollegato da radici più profonde. Niente di più falso. Basta guardare chi sono: Don Alì, 24enne marocchino di Torino, è il loro leader, un simbolo di una generazione nata qui da famiglie immigrate, spesso nordafricane, che non si è mai integrata. Non sono italiani del Nord, sono stranieri in casa nostra, cresciuti nei ghetti di Barriera di Milano, San Siro o Quarto Oggiaro, dove la legge italiana è un optional e l’identità islamica un’arma da brandire contro di noi.

Le loro origini non mentono. Molti di questi maranza sono i nipoti – o pronipoti – ideali delle truppe coloniali marocchine, i “goumier” al servizio della Francia, che tra il 1943 e il 1944 commisero le marocchinate: stupri di massa, saccheggi e atrocità contro migliaia di civili italiani, soprattutto donne, nelle regioni del Lazio e della Campania. Quei crimini, spesso taciuti o minimizzati, hanno lasciato una cicatrice nella nostra storia. E oggi, drammaticamente, i discendenti di quegli invasori tornano a minacciarci, non con fucili, ma con coltelli, proclami su TikTok e una spavalderia che sa di rivalsa. “Sud preparati, sarà guerra”, dice Don Alì. È il loro modo di ripercorrere al contrario il cammino dei loro antenati.

Un’invasione islamica mascherata

Non è un caso che la loro “spedizione” su Napoli sia stata fissata per l’inizio del Ramadan 2025. Questo non è solo un dettaglio temporale: è un simbolo. I maranza non si limitano a ostentare tute firmate e catene al collo; portano con sé un’identità islamica aggressiva, che si manifesta nei loro insulti – “Italia di merda” – e nei loro gesti di sfida. Mentre a Berlino si accendono luminarie per il Ramadan e nelle scuole italiane entrano imam a predicare, loro rappresentano la punta di lancia di un’islamizzazione che non si nasconde più. “Faremo un macello”, promettono, e il Ramadan diventa il loro momento per alzare la posta, per mostrare che non sono solo delinquenti, ma conquistatori.

Altro che “giovani del Nord”! Sono invasori cresciuti nelle nostre città, nutriti da un’immigrazione incontrollata che ci ha lasciato in eredità una bomba a orologeria. Non parlano la nostra lingua per integrarsi, ma per schernirci; non rispettano le nostre leggi, ma le calpestano con arroganza. Le periferie che controllano – da Torino a Milano – sono già enclave straniere, e ora vogliono estendere il loro dominio al Sud. È un piano che richiama le marocchinate non solo nel sangue, ma nello spirito: prendersi ciò che non gli appartiene, con la violenza e il terrore.

L’Italia deve svegliarsi: è una minaccia mortale

I media corrotti possono continuare a mentire, a chiamarli “giovani” o “fenomeno TikTok”, ma la realtà è sotto gli occhi di tutti. I maranza non sono un problema locale o una moda adolescenziale: sono un pericolo esistenziale per l’Italia. Ogni bandiera italiana bruciata nei loro video, ogni minaccia di “guerra”, è un attacco alla nostra sovranità. E la coincidenza col Ramadan non fa che confermare il loro legame con un’ideologia che non ha nulla di italiano e tutto di ostile.

Serve una risposta durissima: Don Alì deve essere espulso oggi stesso, mandato in Marocco con un biglietto di sola andata. E con lui, tutti i maranza che lo seguono, figli di un’immigrazione che non abbiamo voluto e che ora ci si rivolta contro. L’Italia non può più aspettare: schieriamo l’esercito, cacciamoli dalle nostre città, rimpatriamo chiunque minacci la nostra pace. Non sono “giovani del Nord”, sono i nipoti delle truppe coloniali delle marocchinate, e la loro guerra è appena iniziata. Se non reagiamo ora, l’Italia sarà loro – e noi, solo un ricordo. Sveglia!

Maranza non sono “giovani del nord” ma invasori islamici che infestano il nord ultima modifica: 2025-02-28T23:54:44+00:00 da V
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